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Il treno Bolzano–Cortina
è sbocco a Nord?

Colpo di scena: mentre Regione del Veneto e Alto Adige si prendono mesi di tempo per ragionare su quale potrebbe essere il miglior tracciato della ferrovia tra Calalzo e la Pusteria (se ne riparlerà a metà agosto, pare, per poi decidere in autunno), da Bolzano arriva a sorpresa un altro studio, completamente diverso dai ragionamenti fatti fin qui: collegare direttamente Bolzano a Cortina “in orizzontale”, lungo la Val Gardena e toccando Passo Gardena, Passo Valparola e Passo Falzarego. Una ferrovia di evidente funzione turistica (tra l’altro impegnata su dislivelli notevoli) che collegherebbe Cortina a Bolzano in poco più di due ore, praticamente quel che ci si mette in auto ma viaggiando con tutta la comodità del treno.
La domanda va posta chiara, subito: rappresenterebbe uno sbocco a Nord per Belluno? Un treno su questo tracciato risponderebbe a quell’esigenza di collegamento a settentrione che la provincia di Belluno esprime da decenni?
C’è il rischio – è evidente – che questo tracciato finisca per sostituire l’altra ipotesi, cioè quella di un vero collegamento a Nord verso l’asse della Pusteria. Sembra difficile, infatti, che vengano trovate risorse per ben due nuove ferrovie (la Calalzo–Dobbiaco costerebbe un miliardo; la Bolzano–Cortina un miliardo e 600 milioni). E poi, chi fa la nuova proposta è un colosso: l’idea del collegamento diretto Bolzano–Cortina è della Sad, la società di trasporto pubblico dell’Alto Adige che fino a poco tempo fa era di proprietà della Provincia Autonoma (ora ha l’11% delle quote) e che oggi gestisce il servizio delle corriere ma anche la ferrovia della Val Venosta e, da qualche tempo, quella della Pusteria in collaborazione con le Ferrovie italiane.
A che gioco gioca, dunque, Bolzano?
Kompatscher e Zaia presto saranno di nuovo a confronto su questo tema, ora arricchito dall’iniziativa del “treno ladino”. Bisogna che la Regione sia accorta, perché se da un lato è vero che l’unica fermata della futura Alta Velocità del Brennero sarà a Bolzano, dall’altro è evidente che un collegamento diretto del Cadore con l’Austria, se prevarrà il piano della Sad, rischia di sfumare del tutto.
In questo quadro, sembra abbandonata fin troppo in fretta l’ipotesi di proseguire col treno da Calalzo verso Nord direttamente su Auronzo e Sillian, per raccordare i binari all’asse della Pusteria ma direttamente in Austria, senza passare per l’Alto Adige.

Leggi la "spalla" della settimana scorsa.

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