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Domenica 28 maggio 2017

Fa discutere l’ipotesi di affidare all’Anas le strade regionali






Contrari Zaia e il Bard, anche per ragioni di privazione di autonomia, favorevole De Menech che la ritiene un modo per risolvere i problemi ai quali oggi non si riesce a dare risposta (nella foto una serie di furgoni di Veneto Strade).

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Venerdì scorso a Belluno il presidente del Veneto, Luca Zaia, si era detto contrario all’ipotesi, prospettata il giorno prima dal ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, di trasferire i 640 km di strade regionali all’Anas, sostenendo invece l’idea di ottenere da Roma i soldi per gestirli, oppure di costituire una società con Veneto Strade e Anas, ricordando che Veneto Strade nacque proprio in seguito alla considerazione che Anas non faceva abbastanza per le strade regionali.
Di parere diverso il deputato Pd bellunese Roger De Menech secondo il quale "se il sistema delle deleghe avesse fatto funzionare bene il sistema stradale veneto, oggi non ci sarebbe la necessità di passare all’Anas oltre 640 chilometri di viabilità". De Menech ha lavorato con il ministro Delrio perché l’ipotesi Anas diventasse praticabile perché, sottolinea, "di fronte a una situazione che dopo 15 anni di gestione attraverso Veneto Strade vede la maggior parte delle Province che vuole abbandonare la società, la responsabilità di un politico è trovare soluzioni".



Dopo aver criticato la giunta veneta (perché da un lato chieda autonomia e dall’altro è del tutto incapace di gestire gli spazi di autonomia reale che in questi due decenni ha avuto: dalla Pedemontana alla Sanità), De Menech fa presente che "riportando tutte le strade principali nella disponibilità di Anas apriamo a un modello di gestione stabile che considera tutte le strade in base alla funzione che hanno, non incentrato sulla proprietà. Inoltre sarà possibile attuare un piano di manutenzioni e sistemazioni che la Regione non è stata in grado di realizzare. Per il Bellunese, ad esempio, il passaggio consentirà all’Anas e al Ministero di portare a termine tutte le varianti sulla provinciale 1 della sinistra Piave, incluso il nodo di Feltre con lo sbocco a Busche". A suo giudizio poi "il passaggio delle principali strade ad Anas non pregiudica, anzi favorisce una gestione unitaria della viabilità che va realizzata mettendo insieme i tre soggetti coinvolti, Province, Regione e Ministero delle infrastrutture".

Per il Bard quella di Delrio è una proposta irricevibile e, secondo il consigliere provinciale Ivan Minella, "è lo specchio del progetto autonomista che il Partito Democratico e il Governo hanno per la Provincia di Belluno". Sarebbe questo il tanto decantato "progetto Belluno"?, si chiede, il ritorno a una gestione nazionale delle strade provinciali sarebbe un esempio di buona autonomia?
Secondo Minella "le strade provinciali non vanno spezzettate tra vari gestori, ma vanno considerate come un blocco unico, per limitare i costi e rendere più efficaci e tempestivi gli interventi. La cessione ad Anas non è la strada giusta; piuttosto, lo stato giri i fondi necessari per l’operazione Anas all’ente gestore locale, che sia Veneto Strade o una gestione diretta a livello provinciale".

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