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Mercoledì 14 giugno 2017

Pieve di Cadore, tre arresti per l’incendio alla pizzeria "Mordi e Fuggi"






È scattata alle prime ore di oggi l’operazione dei carabinieri che, a meno di due mesi dall’incendio dello scorso 24 aprile, ha fatto scattare le manette ai polsi di tre persone (nelle foto il taxi usato quella notte da tre arrestati e i guanti che sono stati rinvenuti).

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È scattata alle prime ore di oggi l’operazione dei carabinieri che, a meno di due mesi dall’incendio della pizzeria "Mordi e Fuggi" di Pieve di Cadore dello scorso 24 aprile, ha portato all’arresto di tre persone. A finire in manette sono stati un 40enne originario di Brindisi, un 57enne originario di Napoli, entrambi pregiudicati e residenti in Cadore ormai da anni, e un 20enne incensurato che era partito da Brindisi pochi giorni prima per prendere parte all’azione. La decisione di affidarsi ad un "esperto" esterno non si è però rivelata felice perché il giovane ha quasi perso la vita nell’azione, offrendo inoltre agli investigatori un punto fermo da cui partire per ricostruire i retroscena della vicenda e, di conseguenza, arrivare ai suoi complici.


Le indagini dei carabinieri erano state avviate immediatamente dopo l’evento anche perché i Vigili del fuoco avevano chiarito subito che l’incendio era di natura dolosa e che si trattava di un’esplosione più che di un semplice incendio. L’imperizia del 20enne nel maneggiare la benzina in un luogo chiuso, infatti, aveva causato una potente deflagrazione che aveva investito lo stesso giovane, sbalzato fuori dal locale dall’onda d’urto e trascinatosi in strada per chiedere aiuto con ustioni in tutto il corpo e con le gambe, entrambe fratturate, ancora in fiamme.
Per scoprire il ruolo dei tre arrestati si sono rivelate molto utili le telecamere di videosorveglianza pubblica e privata della zona del centro Cadore, le risultanze delle analisi di laboratorio e i tabulati delle utenze dei cellulari in uso ai tre che li hanno localizzati sulla scena del crimine.
Secondo la ricostruzione dell’Arma - la cui attività è stata coordinata dal dott. Sartorello della Procura di Belluno - passate le 3 del mattino del 24 aprile due dei tre arrestati hanno raggiunto il centro di Pieve di Cadore a bordo di un taxi guidato dal terzo loro complice che, dopo averli fatti scendere, si è allontanato in attesa del segnale di recupero. Mentre il 40enne è rimasto all’esterno della pizzeria per controllare che non vi fossero sorprese, il più giovane, dopo essere entrato e aver cosparso di benzina le stanze, ha commesso un grave errore di accendere la fiamma prima di avere raggiunto una posizione di sicurezza (senza quindi aver valutato i rischi connessi ai vapori del carburante in uno spazio angusto), ed è stato investito dall’esplosione causata dall’immediata deflagrazione della benzina.
L’incidente ha rovinato i piani del trio: il giovane, ferito gravemente, si è trascinato in strada nella speranza che il complice lo soccorresse; questi, invece, prevedendo che l’enorme boato avrebbe fatto accorrere sul posto le Forze dell’ordine, è fuggito nascondendosi nella vicina area verde del Roccolo dove si è liberato di un paio di guanti, ancora impregnati di benzina, e di un passamontagna. Il taxista, infine, appreso quanto accaduto, si è avvicinato alla pizzeria per sincerarsi delle condizioni del complice, allontanandosi una volta intervenuto il personale sanitario per recuperare l’altro complice. Portatolo a casa al sicuro, il taxista è tornato sulla scena del crimine per apprendere ulteriori notizie sulle condizioni del ferito, decidendo comunque presto di andarsene per evitare di destare sospetti.
Gli indagati – informano i carabinieri – hanno fornito alibi diversi per giustificare i propri movimenti quella notte. Tutti alibi confutati dalle indagini e dagli esami specialistici che per esempio hanno permesso di accertare che il tipo di benzina utilizzata per appiccare l’incendio era la stessa rinvenuta sui vestiti del giovane e sui guanti abbandonati dal suo complice nella fuga.
Ora le indagini continuano per chiarire altri aspetti della vicenda, non ultimo il movente. Per quanto riguarda gli arrestati, che dovranno rispondere dell’accusa di concorso in incendio doloso aggravato, nei prossimi giorni verrà fissato l’interrogatorio di garanzia.

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