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Venerdì 23 giugno 2017

Lavoro, c’è una ripresa graduale






Presentati i dati elaborati dall’Ufficio Studi della Cisl Belluno Treviso. I dati del primo trimestre 2017. Saldi positivi nel metalmeccanico e nelle costruzioni. Il turismo sconta la stagionalità.

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Una ripresa graduale, che in provincia di Belluno nel primo trimestre 2017 fa registrare il recupero di 3.620 posti di lavoro dal punto più profondo della crisi, il maggio del 2014, che subisce una battuta d’arresto legata alla stagionalità nel settore turistico e che registra saldi positivi, anche se più contenuti rispetto alla stesso periodo del 2016, nel settore industriale. È la fotografia scattata dall’Ufficio Studi della Cisl Belluno Treviso, che ha analizzato l’andamento dell’occupazione e dell’economia nel primo trimestre dell’anno. I dati sono stati illustrati oggi a Belluno dal Segretario generale aggiunto Rudy Roffarè e dal Segretario Alfio Calvagna.

Il mercato del lavoro nei primi tre mesi dell’anno ha mostrato segni di grande movimento legato soprattutto alla stagionalità e a fenomeni meteorologici e alcune criticità da monitorare nel corso dell’anno. La provincia di Belluno ha infatti chiuso il 2016 con 91 mila occupati. Un dato che indica sostanziale stabilità rispetto al 2015, mentre in Veneto gli occupati sono cresciuti dell’1,4% rispetto al 2015. Il tasso di disoccupazione è al 6,2% (+0,2 punti percentuali rispetto all’anno precedente). Anche in questo caso, il confronto con il Veneto (6,7%, ma l’anno prima era al 7,4%) indica che in provincia di Belluno la ripresa è iniziata e sta proseguendo, ma non ha ancora imboccato una strada sicura. Certo è che da maggio 2014, mese che ha fatto segnare il punto peggiore della crisi, con un saldo totale fra assunzioni e cessazioni pari a -9.230, sono stati recuperati 3.620 posti di lavoro. A marzo 2017 il saldo era di -5.610 rispetto al 2008 (anno di inizio crisi): mancano dunque più di 5.600 posizioni per tornare ai livelli pre-crisi. Va detto che il recupero avviato nel 2014 si è indebolito nel primo trimestre del 2017, che si chiude con un saldo complessivo di -1.250. «Un dato che però risente della stagionalità invernale - ha sottolineato Calvagna illustrando i dati - che quest’anno pesa ancora di più per la scarsità di neve: è comune che il saldo del primo trimestre a Belluno risulti negativo a causa delle dinamiche legate al lavoro stagionale. Un quadro più completo e realistico lo avremo con la semestrale, anche se alcuni indicatori di questi primi tre mesi dell’anno sono particolarmente significativi, anche per il turismo: anche se il saldo finale è negativo, va sottolineato che le assunzioni sono state di più rispetto al primo trimestre 2016, passando da 780 a 915».

In termini settoriali il calo delle posizioni da dipendente a Belluno è ascrivibile principalmente ai servizi turistici ed è chiaramente legato al ciclo stagionale, che aumenta in gennaio-febbraio per poi diminuire nei mesi di marzo e aprile. Lo dimostra il fatto che su un saldo totale nei servizi di -2.355, ben 2.005 posizioni sono del settore turistico. Dal confronto con il primo trimestre del 2016 vanno piuttosto colti i saldi positivi del settore metalmeccanico (+5%) e delle costruzioni, che ha quasi raddoppiato il saldo rispetto al primo trimestre 2016 (da 115 a 225). In generale, nei comparti industriali le assunzioni sono aumentate, passando dalle 295 del primo trimestre 2016 alle 420 del primo trimestre 2017 nelle costruzioni e dalle 855 dei primi tre mesi del 2016 alle 890 del 2017 nel metalmeccanico. Bene anche il legno-arredo, comparto in cui il saldo rimane stabile, mentre l’occhialeria, pur mantenendo un saldo positivo pari a 160, segna un -80% rispetto allo stesso trimestre del 2016. Qui il calo sull’anno precedente è legato alla frenata delle esportazioni registrata a inizio anno per questo settore: -2,8% rispetto ai primi mesi del 2016, ma va ricordato che l’export in provincia di Belluno nello stesso periodo dello scorso anno era cresciuto del 4,8%», sottolinea Calvagna. Nel complesso, l’industria chiude a marzo con un saldo positivo pari a 640, la metà del saldo dello stesso periodo del 2016.

Sul piano territoriale, l’area di Feltre risulta in aumento: il saldo del primo trimestre 2016 era 575 ed è passato quest’anno a 635; Belluno continua a espandere le posizioni dipendenti, ma a un ritmo inferiore allo scorso anno: 370 nel 2017, dalle 810 posizioni nette del 2016; ad Agordo e Pieve di Cadore, che risentono del calo occupazionale legato alla stagione invernale, nel primo trimestre di quest’anno la diminuzione è stata più ampia rispetto a quella del 2016. Osservando le forme contrattuali, il saldo negativo è legato a una diminuzione più consistente rispetto al 2016 dei contratti a tempo determinato (da -1.120 a -1.510) e a una variazione positiva ma meno decisa dei contratti di somministrazione: il saldo del 2017 per questi contratti è di 500 posizioni contro le 1.300 del 2016. Sostanzialmente stabile (e negativo) il saldo dei contratti a tempo indeterminato e apprendistato. Forte l’incremento delle assunzioni con contratto a chiamata (il doppio rispetto al 2016), probabilmente connesso all’abrogazione dei voucher.

«La situazione del bellunese - ha commentato il Segretario generale aggiunto Roffarè -, se osservata a medio-lungo termine, ci fa ben sperare, ma le preoccupazioni rimangono. Siamo ancora molto legati alle esportazioni verso l’estero: la manifattura va bene fintanto che regge l’export. Inoltre, stiamo lavorando per affrontare la sfida più importante dei prossimi mesi: accompagnare i lavoratori che hanno perso il lavoro in percorsi di riqualificazione e formazione messi a disposizione dai bandi regionali». L’andamento del settore turistico merita un’ulteriore riflessione. «Bisogna investire di più - ha affermato Roffarè - I dati negativi sui servizi sono frutto di una stagione invernale anomala, che ha recuperato solo da fine febbraio con l’arrivo delle prime nevi. La proposta turistica è migliorata molto in questi anni, ma dobbiamo fare in modo che le attrattive per il turista siano in grado di affrontare anche le condizioni meteorologiche avverse. Bisogna fare rete e investire in infrastrutture e ulteriore offerta turistica».

Maggiori approfondimenti sul prossimo numero dell’Amico del Popolo.

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