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Giovedì 10 agosto 2017

Manifatturiero bellunese, segno più nel secondo trimestre






Operaie in fabbrica.

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Un trimestre decisamente positivo per il manifatturiero: su base annua produzione in aumento del +4,1% a Treviso e del +2,5% a Belluno. ancora meglio il fatturato e la raccolta ordini. Bene anche la micro–impresa (5–9 addetti) operante nei beni di investimento. Come anticipato dagli indicatori previsionali, l’industria manifatturiera trevigiana e bellunese ha conosciuto un secondo trimestre particolarmente positivo su tutti i fronti. In linea anche con gli andamenti regionali e nazionali del comparto. Prendendo a riferimento l’indicatore della produzione, a Belluno essa è cresciuta del 2,5% su base annua, in linea con il dato regionale (2,6%); mentre a Treviso essa si attesta al +4,1% su base annua. Per entrambe le province il grado di utilizzo degli impianti si riporta attorno al 76%. Questo, in sintesi, è quanto emerge dalla consueta indagine «Veneto–Congiuntura» realizzata da Unioncamere del Veneto: basata su campioni statisticamente rappresentativi di 100 imprese per la provincia di Belluno (per un totale di 3.600 addetti), e di 260 imprese per la provincia di Treviso (per un totale di 11.400 addetti). «Finalmente numeri nettamente positivi, senza sfumature di incertezza – commenta il presidente della Camera di Commercio, Mario Pozza. È andata bene la produzione – prosegue – il fatturato è cresciuto a ritmi ancora più sostenuti, grazie soprattutto alla ripartenza della domanda internazionale. E i dati stessi ci dicono che questa componente della domanda resterà sostenuta anche per i prossimi mesi: infatti, la raccolta ordini dall’estero è cresciuta del +5,6% a Treviso rispetto allo scorso trimestre, e del +9,8% a Belluno.
«Il vero problema che vedo all’orizzonte – continua Pozza – è l’imminente ciclo elettorale: nella migliore delle ipotesi, rischiamo solo di perdere tempo. Ma non mi si prenda per disfattista. A fronte di questi dati positivi dell’economia mi sento solo in dovere di richiamare la politica alla sue responsabilità: affinché possano essere assunte scelte strategiche senza guardare troppo ai cicli del consenso».


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