Bill Emmott e il destino dell’Occidente a «Una montagna di libri»






Bill Emmott.

Per lungo tempo l’Occidente ha rappresentato l’idea politica di maggior successo, grazie alla quale è stato possibile conseguire livelli di stabilità, pace e progresso impensabili in epoche precedenti. Ma oggi quest’idea è oggetto di pesanti minacce. Come salvare l’Occidente? Lo racconta nel suo nuovo libro «Il destino dell’Occidente» (Marsilio) Bill Emmott, già direttore di «The Economist»« e tra i più autorevoli giornalisti ed esperti contemporanei. Ed Emmott sarà il prossimo ospite di Una Montagna di Libri, la festa internazionale della lettura protagonista della stagione cortinese. Mercoledì 16 agosto 2017, alle 17.30, l’appuntamento sarà al Cinema Eden di Cortina. Una conversazione con Francesco Chiamulera. Interpretazione di Sarah Cuminetti. Bill Emmott, scrittore indipendente, dal 1993 al 2006 è stato direttore dell’«Economist». Nel 2003 ha vinto il premio «E` giornalismo» per l’impegno della rivista nel trattare le notizie sull’Italia. Autore di diversi libri, in edizione italiana sono usciti «Asia contro Asia» (2008) e «Forza, Italia. Come ripartire dopo Berlusconi» (2010). Ha creato e presiede la Wake Up Foundation, per sensibilizzare al declino della società occidentale e stimolare riforme che aiutino a scongiurarlo. Ecco il contenuto del libro: l’Occidente paga lo scotto di una grave mancanza: aver smesso di garantire ai suoi cittadini quello che si aspettano dai propri governi – equità, prosperità e sicurezza. Si spiega cosi` l’emergere di forze politiche che incarnano valori assolutamente antioccidentali. Che rischiano di distruggere le conquiste raggiunte finora. Di fronte all’instabilità globale e alle tensioni economiche sembra che la reazione immediata sia chiudere i confini e far ricorso al nazionalismo xenofobo. Ma non è ancora troppo tardi per invertire questa tendenza. Se l’idea di Occidente prevarrà, dovremo perseguire con maggiore convinzione i suoi valori fondanti e tenere a mente un punto essenziale: senza apertura, l’Occidente non può prosperare; senza uguaglianza, non può durare.

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