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Mercoledì 20 settembre 2017

L’Italia e il mondo, in un minuto (Sir)






Sisma, trema il Messico, centinaia le vittime. Assemblea Onu, duello Trump-Macron.

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Messico, terremoto magnitudo 7.1. Cresce il numero delle vittime. Venti bambini morti nel crollo di una scuola
Continua a salire il numero delle vittime del terremoto che ha colpito il Messico. Il Sisma, di magnitudo 7.1, ha colpito soprattutto lo stato di Morelos verso le 13.30 di ieri, con un bilancio provvisorio di oltre 200 vittime. Crolli e devastazioni ovunque, i soccorsi incontrano difficoltà a intervenire. Il presidente Enrique Peña Nieto ha subito visitato le zone interessate. L’epicentro è localizzato a 50 km di profondità. Colpiti Puebla, Chipalcingo, Oaxaca, Morelia, Colima e Guadalajara. Numerose persone sono rimaste intrappolate sotto le macerie: 20 bambini e due adulti sono morti nel crollo di una scuola a Città del Messico. Quattro milioni di messicani sono rimasti senza luce. Dagli ospedali sono stati fatti evacuare i pazienti e sono state sospese le lezioni in tutte le scuole. Chiusi gli aeroporti.


Assemblea Onu, la visione di Trump, la replica di Macron. L’applauso più lungo per il presidente francese
«Siamo un mondo in pezzi, abbiamo bisogno di un mondo in pace»: lo ha affermato il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, nell’intervento con cui ha aperto i lavori della 72ma Assemblea generale dell’Onu a New York. «L’economia globale sta diventando sempre più integrata, ma il nostro senso di comunità globale potrebbe disintegrarsi. Le società sono frammentate, il dibattito politico è polarizzato». Guterres, ieri al suo primo discorso in assemblea Onu, ha aggiunto: «La fiducia nei e tra i Paesi viene ridotta da chi demonizza e divide». La paura per la minaccia nucleare «della Corea del Nord non è astratta ma noi non dobbiamo andare verso la guerra come sonnambuli». Su tutt’altro piano l’intervento del presidente degli Stati Uniti: «Se ci attaccano non c’è altra scelta che distruggere la Corea del Nord». «È un periodo di grandi promesse ma anche di grandi pericoli - ha rilevato Donald Trump -; i terrorismi e gli estremismi si sono rafforzati, sono diffusi in ogni angolo del pianeta e sono sostenuti da diversi regimi» e gli «Stati canaglia sono una minaccia per il mondo». «Metterò sempre l’America al primo posto e difenderò sempre gli interessi americani», ha proseguito. «Lavoreremo sempre con gli alleati ma non si potrà più approfittare di noi». Ancora: «L’America vuole essere un modello». Ha poi definito «imbarazzante per gli Stati Uniti» l’accordo con l’Iran. Gli ha fatto da contraltare il presidente francese Emmanuel Macron: «L’accordo con l’Iran è solido - ha affermato -. Denunciarlo e rigettarlo senza proporre altro è un grave errore». Quindi sul fronte migratorio: «I muri non ci proteggono, il mondo è interdipendente». Sul clima: «L’accordo non sarà mai rinegoziato - ha replicato alle posizioni di Trump -. Rispetto profondamente la decisione degli Stati Uniti e la porta resterà aperta per un loro ritorno. Ma noi andremo avanti». Un lungo applauso è seguito al discorso di Macron.

Caraibi, dopo Irma la furia dell’uragano Maria, venti a 260 chilometri l’ora. Allestiti 500 centri di accoglienza
Ennesima tempesta nei Caraibi. L’uragano Maria è uragano che colpisce le regioni già messe a dura prova dalla furia di Irma nelle scorse settimane. La perturbazione viaggia veloce e con un’intensità che l’ha vista tornare a categoria 5 nelle ultime ore. La sua traiettoria è passata da St. Croix e poi Porto Rico, dove l’allarme era alto ed erano stati allestiti oltre 500 centri di accoglienza. Maria ha fatto il suo primo impatto sull’isola di Dominica con venti fino a 260 chilometri l’ora. Almeno due morti e vari dispersi in Guadalupa. Si attende per un impatto potenzialmente catastrofico a Porto Rico e nelle Virgin Islands statunitensi. Maria dovrebbe però risparmiare la Florida.

Ue, cibersicurezza, la Commissione Juncker propone una strategia per tutelare cittadini e imprese
Una «strategia» Ue per migliorare la cibersicurezza nel Vecchio continente. L’ha presentata ieri la Commissione europea, secondo la quale gli attacchi informatici produrrebbero danni economici, sociali e relativi alla privacy; allo stesso tempo cresce l’impegno per la libera circolazione dei dati non personali, il cui valore - si stima - potrebbe giungere in Italia a quasi 70 miliardi di euro nel 2020. Le novità più importanti del pacchetto presentato ieri a Bruxelles comprendono poteri e struttura rafforzata per l’Enisa (Agenzia europea per la cibersicurezza), un Piano comunitario di risposta coordinata ai ciberattacchi, un Fondo per aiutare i Paesi vittime, un sistema di certificazione Ue per i «prodotti cybersicuri», un centro di ricerca europeo e una direttiva contro le frodi per i pagamenti online. Mariya Gabriel, commissaria responsabile per l’economia e la società digitali, ha dichiarato: «Dobbiamo rafforzare la fiducia dei cittadini e delle imprese nel mondo digitale, soprattutto in un momento in cui i ciberattacchi su vasta scala sono sempre più frequenti. Standard di cibersicurezza elevati devono diventare il nuovo vantaggio competitivo delle nostre imprese».

Italia, la politica nazionale guarda alle elezioni. Scaramucce a distanza tra Lega, Pd e M5S
La politica italiana guarda alle regionali siciliane di novembre e alle regionali e politiche del prossimo anno con una campagna elettorale che si preannuncia lunga e senza esclusione di colpi. Il leader della Lega Nord Matteo Salvini a Porta a Porta afferma: «Non vedo l’ora che gli italiani possano tornare a votare. Io sono pronto e anche la squadra è pronta» a governare. Replica Matteo Renzi, segretario Pd: «Domenica scorsa è uscita una foto evidente; da un lato Berlusconi che per l’ennesima volta è tornato in campo, dall’altro Salvini e dall’altra ancora M5S che con una procedura trasparente ha scelto il suo leader. Da un lato il centrodestra a trazione leghista e dall’altro Grillo. Un cittadino che guarda quella foto si rende conto che il Pd con tutti i suoi limiti, se smette di litigare, è l’unico argine al populismo». Nel frattempo il M5S è alle prese con il nodo-Sicilia: le Regionarie del movimento di Grillo, che hanno portato alla candidatura di Giancarlo Cancelleri per il voto nell’isola del prossimo 5 novembre, sono state sospese dal tribunale di Palermo. Per Grillo, «Cancelleri era, è e sarà il candidato presidente del MS5».


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