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Giovedì 21 settembre 2017

Sappada via dal Veneto, il Senato ha detto «sì»






Approvato il disegno di legge per il cambio di regione. Ora il provvedimento passa all’esame della Camera dei deputati.

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Il Senato ha detto «sì» al distacco del Comune di Sappada dal Veneto e al passaggio con il Friuli Venezia Giulia.
È stato dunque approvato il disegno di legge che prevede il cambio di regione, dopo un lungo percorso iniziato con il referendum tra la popolazione. Adesso il disegno di legge passa all’esame della Camera dei Deputati.
Il primo commento sul Sul voto del Senato è del Bard, il movimento autonomista bellunese che ormai molti anni fa ha dato il via ai referendum comunali per il cambio di regione. «Sappada oggi ha incassato, con troppi anni di ritardo, il sì del Senato: ora si vada subito alla Camera e si rispetti il volere dei cittadini». «I sappadini attendono il passaggio da oltre 9 anni e mezzo», continuano dal Bard, «la votazione di oggi non può trasformarsi in una presa in giro. Il provvedimento deve passare subito in discussione alla Camera, prima delle prossime elezioni, altrimenti si perderà ancora troppo tempo, tempo fondamentale per la comunità».
«Sappada, così come i comuni della Ladinia, hanno affrontato un referendum per il passaggio di confine basandosi su motivazioni storiche e culturali, che vanno difese e rispettate. Non va dimenticato, però, che dei 24 referendum per il passaggio al Trentino Alto Adige o al Friuli Venezia Giulia che si sono svolti in questi anni in Veneto ben 16 hanno interessato la provincia di Belluno. È il segno che la montagna non si sente rappresentata e governata degnamente dalla Regione e dallo Stato, e cerca di trovare casa nelle realtà autonome, più vicine al territorio e ai cittadini. Se il timore negli ambienti romani è la diaspora dei comuni di confine», conclude il Bard, «la soluzione è semplice: rispetto della volontà popolare di quei territori che hanno superato con successo il referendum e autonomia, vera, per la montagna. Anche per questo sarà importante l’adesione convinta e massiccia al referendum del 22 ottobre».
«Questa è una giornata storica», ha subito dichiarato il parlamentare bellunese del Movimento 5 Stelle Federico D’Incà, «per la provincia di Belluno e per tutti quei Comuni che hanno affrontato referendum simili a quello di Sappada negli ultimi 15 anni». Il sì del Senato, ragiona D’Incà, conferma la possibilità di ottenere il passaggio da una Regione a statuto ordinario a una speciale o nelle province autonome. Tale possibilità è scritta nella Costituzione, ma per i molti Comuni bellunesi che hanno chiesto il cambio di Regione finora l’iter si è scontrato contro un muro.
«Ora attendiamo al varco il Partito Democratico, ci aspettiamo che accelerino i tempi e che non abbiano intenzione di insabbiare il passaggio fondamentale alla Camera», avverte D’Incà, «adesso Roma non può più far finta di non sentire la voce dei veneti e dei bellunesi. Con questo referendum, nonostante i tempi lunghi e tutti gli sgambetti che hanno tirato a Sappada, si conferma l’importanza dei referendum in generale e in particolare di quello del 22 ottobre con il doppio appuntamento per il Veneto e per Belluno. Mi aspetto», conclude D’Incà, «che l’attuale consiglio provinciale bellunese voglia esprimersi ora favorevolmente sul passaggio di Sappada in Friuli, cancellando l’odiosa votazione del 2016 in cui fu espresso un parere negativo nei confronti della volontà popolare».
Anche la senatrice Raffaela Bellot (Fare!) parla di giornata storica perché "finalmente l’Aula ha dato a Sappada una risposta, risposa dovuta da tempo e più volte negata per poco lungimiranti strategie politiche". "Adesso la questione passa alla Camera - continua Bellot - ma sono orgogliosa di aver condotto questa battaglia al fianco dei sappadini, con costanza e continuità. Oggi abbiamo ridato dignità allo strumento referendario e credibilità al ruolo che in quest’Aula siamo chiamati ad esercitare".
"Oggi è la giornata dell’esultanza per i sappadini, che per nove lunghi anni hanno portato avanti con determinazione e grande dignità la loro battaglia", prosegue ancora Bellot. "A loro i miei sinceri auguri per il nuovo percorso che si profila all’orizzonte. Certo dispiace che Belluno perda una delle sue perle, ma la cittadinanza ha parlato".
"Auguri a Sappada - conclude la senatrice - e speriamo che il Veneto impari a tenere in maggiore considerazione l’intero patrimonio montano che al Veneto appartiene. Mi auguro che questo voto non sia solo il frutto di convenienza politica in vista delle prossime elezioni, ma che si traduca ora in un percorso veloce del Ddl anche alla Camera, per arrivare all’approvazione finale prima del termine della Legislatura".


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