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Martedì 17 ottobre 2017

Da Zaia l’endorsement al Cadore capitale italiana della cultura 2020






Casa Tiziano a Pieve di Cadore.

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La candidatura del Cadore a capitale della cultura italiana per l’anno 2020 corre veloce verso la prima selezione nazionale. A sostenerne la validità è anche il presidente della Giunta regionale del Veneto Luca Zaia che, con una nota indirizzata a Renzo Bortolot, presidente della Magnifica Comunità di Cadore, ente promotore dell’iniziativa, sostiene che la candidatura rappresenta «una importante opportunità per confermare e sottolineare la straordinaria ricchezza che il Veneto rappresenta per l’intero territorio nazionale non solo in termini culturali ma anche turistici, economici e di innovazione. Esprimo quindi la piena condivisione agli obiettivi del progetto medesimo la cui finalità è la valorizzazione della ricchezza culturale esistente». Un sostegno, quello del presidente Zaia, che da ulteriore forza alla candidatura in vista del primo esame a cui sarà sottoposto il dossier nei prossimi giorni. In occasione della sua presentazione a Belluno, a sostegno del progetto, era intervenuto anche il sottosegretario all’Economia e alle Finanze Pier Paolo Baretta complimentandosi per la ricchezza della proposta, caratterizzata da una pluralità di offerta: culturale, economica e sociale. «Con una importantissima novità – ha sottolineato Baretta – quella di aver trasformato il concetto di Città della Cultura in quello territoriale di Comunità della Cultura che in questo caso è la storica Magnifica Comunità di Cadore che comprende 22 Comuni distribuiti su un’area dolomitica molto vasta». Secondo il sottosegretario Baretta la scelta di candidare il Cadore rappresenta un salto di qualità verso nuovi e più ambiziosi sviluppi della montagna bellunese in generale. «Con la candidatura – ha detto Baretta – si dà inizio a un processo virtuoso. Tanto più importante perché dopo anni di grandi fatiche, si inizia a intravedere la ripresa economica, che va affrontata non solo in chiave quantitativa ma anche qualitativa. Il Cadore è la rappresentazione di un territorio che sta uscendo da un periodo di difficoltà e guarda al futuro. E la cornice – ha concluso – è quella di una comunità che si dà una prospettiva di crescita economica e di orgoglio. In questo è la rappresentazione di un’Italia migliore». Nel frattempo la corsa al titolo è entrata nella delicata fase delle selezioni. Le 46 città che si erano candidate fin dall’inizio si sono ridotte a 31, distribuite a macchia di leopardo in tutto il territorio italiano: Agrigento, Bellano (Lc), Benevento, Bitonto (Ba), Casale Monferrato (Al), Ceglie (Br), Messapica (Le), Cuneo, Fasano (Br), Foligno (Pu), Gallipoli (Le), Lanciano (Ch), Macerata, Merano (Bz), Messina, Montepulciano (Si), Noto (Sr), Nuoro, Oristano, Parma, Piacenza, Pietrasanta (Lu), Prato, Ragusa, Ravello (Sa), Reggio Emilia, Scandiano (Re), Teramo, Treviso e Vibo Valentia. Con il passare del tempo ci si rende conto che si tratta di un progetto ambizioso, che va al dì la dell’incoronazione a Capitale della Cultura Italiana e che, per quanto riguarda il Cadore, ha già raggiunto il primo obiettivo: condividere una strategia unitaria che ha per protagonista il Cadore con il suo patrimonio ambientale culturale e creativo–imprenditoriale.


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