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Giovedì 19 ottobre 2017

L’Italia e il mondo, in un minuto (Sir)






Spagna, scade l’ultimatum alla Catalogna. Brexit, May scrive ai cittadini Ue. Gentiloni a Bruxelles per il summit.

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Spagna, Catalogna al bivio. Oggi scade l’ultimatum di Madrid sulla secessione. Rajoy: «Usiamo il buon senso»
È scaduto oggi (ore 10) l’ultimatum del governo spagnolo alle Generalitat catalane per chiarire se l’indipendenza della regione sia stata proclamata o meno. Il nodo politico tra Madrid e Barcellona è anche sotto gli occhi dei leader Ue che oggi si ritrovano a Bruxelles per il Consiglio europeo. Il premier Mariano Rajoy ha avvertito che in caso di conferma della dichiarazione di indipendenza applicherà l’art.155 della Costituzione, che gli consente di commissariare le autorità della Catalogna. Si profila, in tal caso, una sollevazione popolare a Barcellona e nelle principali città della regione. Lo stesso Rajoy invita il presidente catalano Carles Puigdemont a «usare il buon senso». Quest’ultimo probabilmente non sa come uscire dal vicolo cieco nel quale si sono infilate le forze indipendentiste catalane, insistendo su una mediazione Ue che, però, è già stata negata in quanto si tratta di una vicenda politica interna, non di competenza comunitaria. Nel frattempo Madrid e Barcellona uniscono le forze per portare a livello europeo la candidatura del capoluogo catalano come sede dell’Agenzia europea dei medicinali, cui è candidata anche Milano.

Brexit, lettera della premier May ai cittadini dei 27: «Chi oggi vive legalmente nel Regno Unito potrà rimanervi»
«I diritti dei cittadini sono la mia priorità. E so che gli altri leader hanno lo stesso obiettivo: salvaguardare i diritti dei cittadini dell’Unione europea che vivono nel Regno Unito e dei cittadini britannici che vivono nell’Ue». Lo afferma Theresa May, premier britannico, in una lettera aperta che indirizza ai cittadini degli altri 27 Stati comunitari nel giorno in cui si reca a Bruxelles per il Consiglio europeo. «Desidero rassicurare tutti - afferma May - che questo problema rimane una priorità e che concordiamo sui principi fondamentali, e che nelle settimane a venire l’attenzione sarà concentrata sul raggiungimento di un accordo che funzioni per le persone, qui nel Regno Unito e nell’Unione europea». «I cittadini Ue che sono venuti a vivere nel Regno Unito hanno offerto un contributo enorme al nostro Paese, e vogliamo che loro, e le loro famiglie, rimangano. Non potrei dirlo più chiaramente: i cittadini dell’Unione europea che oggi vivono legalmente nel Regno Unito potranno rimanervi». La questione Brexit sarà toccata al tavolo del summit convocato oggi e domani a Bruxelles.

Italia-Europa, Gentiloni a Bruxelles: «Servono maggiori livelli di integrazione». Su accoglienza migranti richiama i 27
«Abbiamo davanti 15 mesi che possono rivelarsi decisivi se si colgono alcune opportunità» per il futuro dell’Unione europea, «oppure che possono confermare la situazione difficile. Noi siamo decisamente dalla parte di chi promuove maggiori livelli di integrazione e politiche comuni europee. È sempre stata la posizione dei governi italiani e la confermiamo senza esitazione». Il premier Paolo Gentiloni è intervenuto ieri alla Camera per spiegare le posizioni che l’Italia sosterrà al Consiglio europeo che si svolge oggi e domani a Bruxelles: fra i temi in agenda sicurezza, migrazioni, Europa digitale e, soprattutto, una visione nuova dell’Ue in base al testo presentato dal presidente Donald Tusk e anticipato ieri dal Sir. Gentiloni ha dichiarato: «Il rischio è essersi lasciati alle spalle una crisi pericolosa per il destino europeo e rassegnarsi però all’idea che si avanti con quello che c’è per piccoli passi, a velocità dettata dagli ultimi vagoni del treno europeo, cioè Paesi che vogliono avere vantaggi dall’Europa ma non obiettivi comuni». E inoltre: «Siamo consapevoli di quanto il tema migratorio sia al centro dell’interesse dei concittadini europei. L’Italia si presenta al dibattito come un Paese orgoglioso di poter dare il buon esempio e mostrare i risultati di quello che abbiamo portato avanti. L’Italia è stato il Paese più impegnato nel salvataggio delle vite umane in mare». È un «orgoglio che ci consente di essere molto esigenti verso altri Paesi dell’Ue».

Cina, presidente Xi Jinping al congresso del Partito comunista: «Siamo una potenza globale». Nessuna riforma politica in vista
Il presidente cinese Xi Jinping ha aperto ieri il 19° Congresso quinquennale del Partito comunista, che durerà una settimana. Xi dovrebbe essere confermato a un secondo mandato. Nel discorso tenuto davanti a oltre 2.300 delegati, ha parlato di «un Paese socialista moderno», rivolto a «una nuova era», aperto al mondo e in pace. Oltre tre ore di discorso, in cui Xi non ha fatto cenno ai problemi interni sulla democrazia e i diritti umani, sulla pena di morte, sulle forti disparità sociali e altri gravi nodi legati allo sviluppo economico, fra cui quello ambientale. Ha invece ripetuto lo slogan del «sogno cinese», ha promesso che continuerà la campagna di tolleranza zero contro la corruzione, promettendo che nel 2050 la Cina sarà una moderna «superpotenza socialista» con una «forte influenza mondiale». Nessuna riforma politica in vista, mentre Xi tesserà ancora una rete economica e politica a livello globale.

Italia, Rapporto Ocse: «Paese anziano» che offre poche opportunità ai giovani. Lavoro incerto, redditi modesti per gli under30
Secondo l’Ocse l’Italia è uno dei Paesi più vecchi al mondo e la situazione non migliorerà nei prossimi anni. Nel rapporto «Preventing Ageing Unequally», presentato ieri dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, emerge che nel 2050 ogni 100 persone che hanno tra i 20 e i 64 anni, altre 74 saranno over65. L’Ocse sottolinea che i giovani italiani sono sempre più «intrappolati» in lavori «non standard» e trovano difficoltà ad avere un lavoro stabile nel mercato. Il tasso di occupazione tra le persone tra i 55 e i 64 anni è cresciuto di 23 punti tra il 2000 e il 2016 mentre quello dei giovani è diminuito di 11 punti. I redditi di coloro che hanno tra i 60 e i 64 anni in Italia negli ultimi 30 anni sono cresciuti in media del 25% in più rispetto alla fascia di età tra i 30 e i 34 anni a fronte di un gap medio nei Paesi Ocse nello stesso periodo del 13%. La povertà relativa in Italia è cresciuta per le generazioni giovani mentre è diminuita per gli anziani.


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