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Mercoledì 6 dicembre 2017
In Veneto 6 branchi riproduttivi di lupi
Sono presenti tra la Lessinia, Asiago, il Grappa, la Valbelluna e la Val di Fassa. No del Veneto al Piano proposto dal Governo per la loro gestione (nella foto un’immagine della Conferenza Stato-Regioni che ha rinviato la decisione sulla proposta del Governo).
"Un piano non aggiornato, ambiguo, privo di adeguata copertura finanziaria, lesivo dell’autonomia e della specificità dei diversi territori. Ecco perché la Regione Veneto ha ribadito il proprio dissenso". Così l’assessore regionale all’Agricoltura, Giuseppe Pan, sintetizza il parere negativo espresso, nella Conferenza Stato-Regioni, al piano proposto dal governo per la conservazione e la gestione del lupo in Italia. Parere che ha contribuito a determinare un nuovo rinvio del provvedimento.
"Sono soddisfatto che la decisione sul piano formulato dal ministero dell’Ambiente sia stata rinviata a tempo indeterminato – ribadisce Pan – perché si tratta di un documento datato, costruito con dati generici e non aggiornati. Basti pensare che, per quanto riguarda il Veneto, il piano evidenzia solo la presenza del branco in Lessinia, mentre la situazione attuale vede la presenza di altri 5 branchi riproduttivi tra Lessinia orientale, Altopiano di Asiago, Massiccio del Grappa, Valbelluna e Val di Fassa. Inoltre – rileva Pan – il piano non è chiaro su chi debba pagare i costi del programma di monitoraggio genetico, né riconosce sufficiente autonomia alle Regioni e alle Province autonome nell’adattare le azioni risarcitorie e gli interventi di prevenzione alle esigenze dei propri territori".
"Ma il punto più debole del piano proposto dal ministero dell’Ambiente – aggiunge Pan – sta nell’aver subordinato l’eventuale autorizzazione in deroga a contenere la presenza del lupo alla preventiva adozione di strumenti di prevenzione. Un principio inattuabile, là dove le azioni di prevenzione (recinti elettrificati, cani pastore, ricoveri notturni e strumenti di dissuasione) risultino inapplicabili e inefficaci".
"Ricordo – conclude Pan - che il Parlamento Europeo ha approvato di recente una specifica risoluzione che invita a riformare la direttiva Habitat, ’valutando accuratamente il ruolo dei grandi predatori’ e introducendo misure di flessibilità e di adattabilità, ’in modo da salvaguardare la biodiversità, il paesaggio agricolo e l’allevamento del bestiame nelle regioni di montagna, praticato da secoli’. I parlamentari europei, per la prima volta, invitano a modificare il livello di protezione di determinate specie, come il lupo, che non appaiono più a rischio di estinzione. Il piano nazionale propostoci dal governo, invece, è uno strumento rigido, che, allo stato attuale dei fatti, appare irragionevole, superato anche dai nuovi orientamenti europei".
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