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Giovedì 18 gennaio 2018
«Archeologia di pace in zone di guerra»
A Belluno sabato 20 gennaio l’incontro con Giancarlo Garna, Archeologo dell’anno 2017.
Con fermezza e amore lavora da anni in zone dove la guerra è di casa, da anni combatte per salvare il patrimonio archeologico in paesi come la Siria e l’Iraq. Bellunese di nascita, padovano di adozione, lo scorso anno è stato premiato come «Person of the year 2017» per il contrasto ai crimini contro il patrimonio culturale, ricevendo il riconoscimento dall’Osservatorio Internazionale Archeomafie. È Giancarlo Garna, che dal 2012 partecipa alla missione archeologica italiana in Assiria, con il progetto archeologico regionale Terra di Ninive dell’Università di Udine, e che da anni si occupa della lotta al saccheggio e al traffico illegale di Beni Culturali, soprattutto in Medio Oriente. Garna spera che il premio aiuti a diffondere la consapevolezza che il commercio illegale di reperti è un business fortissimo: il terzo traffico illegale mondiale dopo armi e droga. Un traffico - dice - che è servito a finanziare l’Isis. E l’arte, continua, è bene-rifugio, oltre che di prestigio e di lusso. Ogni furto, ogni distruzione, è un danno alla storia e alla nostra identità. Specie dove la civiltà è nata, come la Mesopotamia. O l’Italia, dov’è importante educare alla legalità perché le mafie sono molto presenti in questi traffici. Garna, archeologo professionista, ricercatore indipendente, con il ruolo di direttore di scavo e responsabile di ricognizione, sarà ospite di Colophonarte di Egidio Fiorin in via Torricelle,1 a Belluno, sabato 20 gennaio alle 17:20. A introdurre e presentare l’archeologo saranno Gian Filippo Leo e Camilla Fiorin. Il titolo dell’incontro sintetizza il lavoro che Garna svolge da anni: «Archeologia di pace in zone di guerra».
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