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Giovedì 18 gennaio 2018

Sappada, Zaia: «Faccio ricorso solo se lo chiede il 50% più uno dei sappadini»






Il presidente della Regione risponde alla richiesta del Consiglio provinciale di Belluno contro il passaggio di Sappada in Friuli: «Lo farò esclusivamente se lo chiederà il 50% più uno dei sappadini altrimenti no. Il rispetto della volontà popolare resta prioritario».

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«Posso accettare di fare ricorso contro il passaggio di Sappada al Friuli solo se verranno raccolte le firme del 50% più uno degli aventi diritto al voto in quel Comune con una richiesta formale in tal senso. Soltanto a questa condizione e soltanto in questo caso ricorreremo, motivati dal fatto che la maggioranza dei cittadini avrà dimostrato di essersi pentita e che vuole tornare in Veneto. A quel punto la battaglia la facciamo, altrimenti no».

Lo dice il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia commentando le richieste che gli giungono perché la Regione Veneto ricorra contro il passaggio al vicino Friuli della località dolomitica.

«Ho appreso», aggiunge Zaia, «della volontà della Provincia di Belluno che ha deliberato un ordine del giorno in tal senso, e ci sono associazioni di categoria e singoli cittadini che mi chiedono di ricorrere. A prescindere da una domanda che sorge spontanea, e cioè dov’erano tutti i contrari di oggi nei momenti cruciali di un cammino iniziato nel lontano 2008», aggiunge il Presidente, «credo che sia necessario approcciare la questione con serietà. Ho sempre detto che la scelta di andare via dal Veneto era sbagliatissima, e la storia dimostrerà che non è stato un affare, ma ho anche sempre detto, e l’ho fatto, che avrei rispettato la volontà espressa dal referendum, pur se nato dieci anni fa quando la situazione era ben diversa da quella di oggi».

«Ora è giusto che tutti escano allo scoperto e si esprimano pubblicamente», conclude, «sostenendo, se riterranno, la raccolta di firme per il ricorso e per tornare in Veneto. Di fronte di un 50% più uno il Presidente del Veneto si muoverà, nel rispetto di una volontà chiaramente espressa da una maggioranza di cittadini aventi diritto al voto. Altrimenti no».


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