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Martedì 6 febbraio 2018

Belluno–Donna, aperto il nuovo sportello in città






Valentina Tomasi, assessore alle politiche sociali: «felice per questo risultato».

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Ha aperto i battenti in questi giorni lo sportello cittadino di Belluno–donna, il primo nel capoluogo. Il nuovo sportello ha potuto vedere la luce grazie al supporto del Comune di Belluno, che ha partecipato al bando regionale dedicato proprio all’apertura di nuovi centri antiviolenza sul territorio. «Siamo felici per questo risultato, è da molto che ci lavoriamo. – commenta l’assessore alle politiche sociali, Valentina Tomasi – Le associazioni come Belluno–donna garantiscono servizi fondamentali, che le istituzioni non riescono a erogare, e vanno sostenute. Va sottolineato che la Regione su questo fronte è sempre impegnata, ma con tanti, piccoli bandi: i centri antiviolenza sono ormai realtà riconosciute, e il prossimo passo deve essere quello di rendere strutturali questi contributi, per garantire a queste realtà volontaristiche la certezza di fondi per le proprie attività». Nella documentazione inviata alla Regione Veneto, allegata alla delibera di giunta approvata lo scorso 25 settembre che sanciva lo schema di convenzione con l’associazione e dava il via libera alla richiesta di finanziamento, i dati presentati spiegano la necessità di uno sportello in città, a partire dai risultati ottenuti con l’apertura dello sportello di Feltre: «nei dieci anni prima dell’apertura dello sportello, le donne provenienti dal territorio feltrino erano 91; in soli 10 mesi di apertura, le donne che hanno contattato la succursale di Feltre sono 28. Tale dato sostiene la tesi per cui è necessario che il Centro antiviolenza sia il più vicino possibile alle donne, anche fisicamente, così da bypassare le difficoltà ad accedervi dovute alle distanze, alla presenza scarsa, se non assente, poco coordinata e costosa dei mezzi pubblici e al digital divide di cui soffrono le aree più remote». Una buona prassi da replicare anche nel capoluogo, vista la posizione strategica per il territorio e i numeri del servizio: se infatti lo sportello di Ponte nelle Alpi serve l’area del Longaronese, Zoldano e Cadore, e quello di Feltre tutto la zona del Feltrino, Belluno diventa punto di riferimento per l’Agordino (32 donne tra il 2004 e il 2016), la Valbelluna (53 donne) e Belluno città (214 donne nello stesso periodo). Lo sportello – che ha ottenuto un finanziamento regionale di quasi 26.500 euro – si avvale esclusivamente di personale femminile, adeguatamente formato sul tema della violenza di genere, e questa scelta permetterà di sostenere l’avvio di un nuovo gruppo di lavoro che dovrà interfacciarsi e integrarsi con il gruppo di operatrici del settore accoglienza, del settore ospitalità e del settore orientamento al lavoro già attivo nella sede di Belluno–donna. «Quando si parla di Belluno–donna, – sottolinea Tomasi – pensiamo solo all’assistenza. Ma dietro c’è un mondo di attività, dalla formazione delle operatrici e delle volontarie alla mappatura dei territori per individuarne i bisogni, fino alla rendicontazione dei progetti finanziati. Impegnarsi in tutto questo, a titolo di volontariato, significa crederci davvero». Lo sportello trova spazio negli uffici del Centro servizi per il volontariato di via del Piave, il quale ha garantito l’uso esclusivo degli spazi negli orari di apertura dello sportello che sarà aperto due giorni alla settimana: una mattina dedicata all’ascolto telefonico e ai colloqui individuali su appuntamento (martedì dalle 10 alle 12) e un pomeriggio di apertura al pubblico e di ascolto telefonico (giovedì dalle 14.30 alle 17.30). Il numero di telefono è 393.39.81.577.


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