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Mercoledì 7 febbraio 2018

È ufficiale, abbiamo anche il gatto selvatico






È confermata la presenza del gatto selvatico nel Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. Un esemplare è stato fotografato sui monti del Sole.

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Nel 2014, grazie a un progetto di ricerca del Parco nazionale Dolomiti Bellunesi realizzato in collaborazione con il Museo di Storia Naturale di Venezia, venne fotografato per la prima volta in provincia di Belluno (e all’interno del Parco Nazionale) un esemplare di gatto selvatico. La segnalazione era stata fatta nel settore nord orientale del Parco, nel bacino del torrente Maè.

Oggi, a poco più di tre anni di distanza, è stato raccolto un altro importante dato di presenza di questa specie estremamente elusiva. L’appuntato scelto Enrico Canal, della Stazione Parco di Candaten, ha fotografato e filmato, sui versanti dei Monti del Sole affacciati sulla val Cordevole, un esemplare di gatto selvatico. Il rilievo è stato effettuato nell’ambito delle consuete attività di fototrappolaggio della fauna selvatica condotte all’interno dell’area protetta.

In Italia il gatto selvatico è presente in Sicilia, Sardegna, lungo la dorsale appenninica e ai due estremi dell’arco alpino. Ad ovest la specie è presente sulle Alpi Liguri e Marittime, mentre nell’arco alpino orientale vive in Friuli Venezia Giulia e in Veneto.

Il dato della Val Cordevole è particolarmente interessante dal punto di vista scientifico, perché si tratta della segnalazione più occidentale nell’ambito dell’areale di distribuzione della specie sulle Alpi orientali.

Animale molto elusivo, di abitudini notturne, il gatto selvatico vive nei boschi a prevalenza di latifoglie, a quote inferiori ai 1500 metri. Si nutre in prevalenza di piccoli mammiferi, ma preda anche anfibi, pesci, grossi insetti.

La sua presenza, come quella di tutti i carnivori, animali all’apice delle catene alimentari, testimonia l’elevata qualità degli ambienti naturali. «Questa nuova segnalazione», ha dichiarato il direttore del Parco Antonio Andrich, «è di grande rilievo scientifico e corona il quotidiano lavoro di monitoraggio condotto dal personale di sorveglianza del Parco. Desidero quindi ringraziare il personale del Reparto Carabinieri del Parco, comandato dal tenente colonnello Marina Berto che è da sempre parte attiva e fondamentale in tutti i progetti di ricerca e monitoraggio realizzati dall’Ente Parco».


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