Un’opera di Ippolito Caffi a Rovereto, un’altra di Gaspare Diziani a Parigi: i dipinti custoditi al Museo Fulcis richiamano l’interesse delle grandi sedi espositive. I due dipinti, nei prossimi mesi, saranno infatti concessi temporaneamente al Mart di Rovereto e al Grand Palais della capitale francese per due rassegne dedicate all’arte veneta ed italiana.
La prima opera in partenza è la «Festa notturna a San Pietro di Castello» di Ippolito Caffi, donato dalla famiglia Agosti al museo intorno al 1910: «Il Mart di Rovereto, da aprile ad agosto, ospiterà una grande mostra intitolata "Viaggio In Italia: il paesaggio dell’Ottocento dai macchiaioli ai simbolisti"», spiega il conservatore Denis Ton. «Questo è un grande momento di riscoperta di Ippolito Caffi: c’è una retrospettiva ad Helsinki, una in allestimento alle Gallerie del Quirinale a Roma. Caffi è quindi ormai considerato uno dei capisaldi del paesaggio dell’800».
L’altro dipinto che partirà in prestito è l’Annunciazione, opera di Gaspare Diziani, un olio su tela datato 1747 acquistato dal Comune di Belluno nel 1961: «Il Grand Palais parigino sta organizzando una importantissima mostra sul ’700 veneziano e darà grande risalto a un bellunese come Diziani», illustra ancora Ton. «È significativo che questo artista venga considerato come un esponente di rilievo del secolo». La mostra di Parigi aprirà a settembre, per concludersi a gennaio 2019.
«Questi prestiti», commenta l’assessore alla cultura Marco Perale, «entrano nella logica di un museo moderno, connesso e alla pari con le altre realtà museali. Oltre a questi, abbiamo accordato altri prestiti "locali", come quelli al Museo Diocesano di Feltre o al Museo di Seravella; ma all’interno di questa rete ci sono casi come quelli dell’opera di De Min, che ha fatto il percorso inverso: di proprietà delle Gallerie dell’Accademia, molti concittadini lo ricorderanno esposto al Museo per quasi 50 anni, ed ora è "tornato a casa", in mostra a Venezia nella rassegna "Canova, Hayez, Cicognara. L’ultima gloria di Venezia". Musei come il Fulcis vogliono far parte di una comunità internazionale più importante, che possa far entrare Belluno e la sua cultura in un circuito diverso e più ampio».