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Mercoledì 14 marzo 2018

Belluno, italiani truffano un’anziana in centro storico






L’hanno indotta a prelevare in banca duemila euro e gioielli per un valore di altri tremila euro, poi con uno stratagemma se ne sono impossessati e sono fuggiti.

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Ieri mattina, martedì 13 marzo, in una via del centro storico di Belluno una donna di 80 anni è stata presa di mira da una coppia di truffatori, italiani, che l’ha indotta a prelevare in banca denaro e gioielli per poi fuggire con il malloppo, dopo averla ingannata. La dinamica dei fatti è stata ricostruita dai Carabinieri di Belluno: si tratta di una tecnica complessa e ben collaudata, che merita di essere conosciuta e divulgata per evitare che altre persone cadano nel tranello.

La donna, un’ottantenne di Belluno, camminava in una strada del centro quando è stata avvicinata da un automobilista che, attraverso il finestrino, le ha chiesto informazioni sull’ubicazione di un negozio di cui cercava il proprietario. Mentre la donna riferiva di non conoscere quell’esercizio commerciale, le si avvicinava a piedi un’altra persona, complice dell’uomo in auto, che dopo essersi fatto ripetere la richiesta rispondeva di essere in grado di fornire esatte indicazioni sul negozio. Non solo: l’uomo si è qualificato come avvocato e ha detto di conoscere anche la persona cercata dall’automobilista, cioè il proprietario del negozio, riferendo che era morto due mesi prima.

L’automobilista cominciava quindi a raccontare la sua storia alla donna e al complice (il «gancio», in gergo), dicendo di venire dalla Svizzera e che suo padre aveva combattuto nella prima guerra mondiale assieme al titolare del negozio. Si trovava a Belluno per distribuire 150mila euro a lui e ad altri commilitoni che avevano combattuto con suo padre. A questo punto il finto avvocato ha sostenuto che per eseguire correttamente l’operazione di distribuzione dell’ingente somma era necessaria la presenza di un notaio e di due testimoni. E dunque l’automobilista, secondo un copione ben preparato dai due delinquenti, ha chiesto alla donna e all’"avvocato" se fossero disponibili a fare da testimoni in cambio di una ricompensa. Con il «sì» del complice, anche la donna si è convinta e ha accettato di salire in auto assieme ai due uomini, che l’hanno portata davanti alla sua banca perché prelevasse soldi e gioielli per dimostrare di essere una "persona seria". Dopo che la donna è uscita dalla banca con duemila euro in contanti e gioielli per altri tremila euro, i due l’hanno accompagnata a casa perché prendesse una bolletta dell’energia elettrica a conferma della sua residenza: recuperata anche la bolletta, uscita di casa la donna non ha più trovato i due uomini, spariti, mentre la sua borsa giaceva vuota sul marciapiede.

Difficile risalire agli autori della truffa: l’anziana ha solo fornito l’indicazione di come i due erano vestiti, specificando che erano italiani ma senza particolari inflessioni dialettali.

Il maggiore Marco Stabile dei Carabinieri di Belluno ha spiegato che si tratta di un metodo molto ricorrente, utilizzato in particolare nei confronti dei sacerdoti ai quali i truffatori fanno credere di avere un lascito consistente per il quale però bisogna pagare prima le spese notarili. Dopo aver fatto ritirare i soldi al malcapitato, lo mandano in tabaccheria a prendere una marca da bollo e se ne vanno.


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