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Lunedì 16 aprile 2018

L’Italia e il mondo, in un minuto (Sir)






Crisi siriana, Casa Bianca: pronti a colpire Mosca con nuove sanzioni. Elezioni Montenegro, vince Djukanovic. Catalogna, 315mila catalani in piazza.

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Crisi siriana, Casa Bianca a Macron: presto a casa le truppe americane impegnate in Siria

Sono passate poche ore dall’intervista tv di Emmanuel Macron e la Casa Bianca smentisce le parole del presidente francese: «Il presidente Trump è stato chiaro affermando che vuole un ritorno a casa delle forze americane in Siria». Una risposta netta a quanto aveva dichiarato Macron in diretta al canale Bfm Tv: «Dieci giorni fa - erano state le parole del presidente francese - il presidente Trump aveva detto che intendevano disimpegnarsi dalla Siria. Noi l’abbiamo convinto che era necessario rimanere a lungo». Ma Trump non ha gradito e sono arrivate le parole taglienti della portavoce Sarah Sanders ribadendo che la missione americana in Siria non cambia: ritiro a breve delle truppe. E in questo senso va letto anche l’appello finale di Trump agli alleati perché si assumano maggiori responsabilità, tanto sul piano militare che su quello finanziario per stabilizzare la regione. A breve nell’area non ci saranno più i duemila soldati a stelle e strisce.



Crisi siriana, Trump pronto a colpire Mosca con nuove sanzioni

L’amministrazione Trump è pronta a colpire Mosca con nuove sanzioni all’indomani dell’attacco in Siria. Lo ha detto l’ambasciatrice Usa all’Onu, Nikki Haley. Intervistata da Fox Haley, accusa la Russia di alimentare le tensioni con gli Usa e di non fare nulla per evitare che il regime di Assa usi armi chimiche. Immediata la risposta russa. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, in un’intervista sul primo canale della tv russa rispondendo all’ambasciatrice Usa Haley, ha detto: gli Usa vogliono punire la Russia per il semplice fatto di essere «un attore globale», per questo stanno per varare altre sanzioni che «non hanno alcun collegamento con la realtà».



Catalogna, 315 mila catalani in piazza per liberazione leader indipendentisti

Almeno 315 mila persone hanno sfilato ieri in un grande corteo a Barcellona per chiedere la liberazione dei leader indipendentisti catalani in carcere a Madrid. Secondo gli organizzatori, i partecipanti al corteo sono stati 750mila. I manifestanti, che portavano molte bandiere catalane gialle e rosse, chiedono la liberazione dei 17 fra politici e dirigenti indipendentisti in carcere a Madrid. La protesta è stata convocata da organizzazioni indipendentiste non partitiche.



Montenegro, elezioni: vince Djukanovic. Non ci sarà un secondo turno

Il Partito democratico dei socialisti (Dps) al governo in Montenegro ha dichiarato in serata la vittoria del suo leader Milo Djukanovic nelle elezioni presidenziali di ieri. «Djukanovic è il nuovo presidente del Montenegro e non vi sarà un secondo turno», ha detto Milos Nikolic, un esponente del Dps. Ne danno notizia i media a Podgorica. Gli ultimi dati preliminari diffusi in serata parlano del 54,1% dei voti andato a Djukanovic rispetto al 33,3% ottenuto dallo sfidante Mladen Bojanic.



Ungheria, in piazza contro Orban. Manifestanti: «sistema elettorale ingiusto»

Centinaia di ungheresi hanno protestato a Budapest ma anche in altre città del Paese, contro quello che è stato definito un sistema elettorale ingiusto. La scorsa settimana il premier nazional populista Viktor Orban è stato riconfermato per un quarto mandato. Il suo partito ha ottenuto 134 seggi su 199 in parlamento. Orban da sempre fa della lotta all’immigrazione il tema centrale del suo programma politico. Tra le promesse fatte dal premier, soprannominato dai manifestanti Vik-tator, durante la campagna elettorale, anche una modifica della Costituzione per contrastare l’arrivo di nuovi migranti nel paese.



Cinema, addio al regista Vittorio Taviani

È morto a Roma, malato da tempo, il grande regista Vittorio Taviani,88 anni, che con il fratello Paolo ha firmato capolavori della storia del cinema italiano da «Padre Padrone» (Palma d’oro a Cannes nel ’77) a «La Notte di San Lorenzo» a «Caos» fino a «Cesare deve morire» (Orso d’oro a Berlino). Per volontà della famiglia non ci saranno camera ardente né funerali ma il corpo del regista verrà cremato in forma strettamente privata.


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