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Mercoledì 9 maggio 2018

De Menech: «Faremo le barricate a difesa dell’ospedale di Belluno»






No al declassamento: Roger De Menech chiama alla mobilitazione di tutti i soggetti interessati.

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E mentre ancora si attende un commento ufficiale dalla Regione del Veneto sulla prospettiva di declassamento per l’ospedale di Belluno, dopo il Pd regionale prende posizione anche il deputato bellunese (Pd) Roger De Menech con una nota diffusa a fine mattinata di oggi mercoledì 9 maggio: «Faremo le barricate a difesa dell’ospedale di Belluno. Se la Regione pensa di replicare l’"operazione Cortina", questa volta si sbaglia di grosso».

De Menech chiede «una mobilitazione massiccia per contrastare il piano con cui il Servizio Sanitario del Veneto prevede il declassamento dell’ospedale di Belluno. Il diritto alla salute non può essere negato a causa della manifesta incapacità della Regione a far quadrare i conti», afferma De Menech. «Hanno avuto centinaia di milioni in più grazie all’aumento del Fondo sanitario nazionale (da 109 a 114 miliardi l’anno tra il 2015 e il 2019), hanno decimato le Ulss, azione che in teoria dovrebbe portare ulteriori risparmi al sistema, hanno tagliato migliaia di posti letto in tutta la regione e ancora i conti non tornano? Devono trovare qualcuno in grado di tenere in equilibrio la sanità, non chiudere gli ospedali e scaricare le loro incapacità politiche e tecniche sui cittadini».

Da subito, assicura il deputato, «riuniamo tutti i soggetti interessati, dall’ordine dei medici a quello degli infermieri, dalle associazioni a difesa dei diritti del malato agli enti locali, dai sindacati ai comitati. Se passa l’idea di poter declassare Belluno, anche gli altri presìdi saranno a forte rischio, a cominciare da Agordo. La provincia di Belluno ha già pagato un prezzo altissimo in termini di servizio sanitario. Sotto le Cinque Torri risuonano ancora le roboanti parole della Regione che l’anno scorso assicurava la riapertura immediata del Codivilla. Sappiamo tutti come è andata a finire: ospedale chiuso, servizi come la cura delle malattie ossee spariti e dipendenti a casa. Non ci fidiamo più».

«Quello che ci serve e lo chiediamo da ormai quasi tre decenni», conclude De Menech, «è di poterci amministrare in autonomia. Se lasciamo le leve a Venezia per noi è la fine e lo stiamo toccando con mano. Ora chiediamo la convocazione di un Consiglio Regionale straordinario per approvare l’applicazione immediata della legge 25».


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