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Giovedì 14 giugno 2018
Intesa Sanpaolo ha incontrato a Busche gli imprenditori del latte
L’Italia è il terzo paese europeo per valore della produzione. Tra il 2016 e il 2017 l’export di Belluno è cresciuto del 15,8%.
Si è svolto a Busche, presso la sede di Lattebusche, l’incontro promosso da Intesa Sanpaolo dal titolo «Il settore lattiero caseario. Quali opportunità di crescita per il territorio». Lavinia Stoppani della Direzione Studi e ricerche di Intesa Sanpaolo ha presentato uno studio sull’andamento del settore lattiero caseario veneto e della provincia di Belluno. Giovanni Bittante, professore ordinario Zootecnica generale e miglioramento genetico dell’Università di Padova, ha parlato di «Benessere animale, ambiente e biodiversità. Nuovi obiettivi del piano nazionale bovini da latte»; Luca Castagnetti, partner Studio Impresa, ha presentato un’analisi su «Il management delle imprese del settore lattiero caseario: come tendere ad un continuo miglioramento».
Secondo l’analisi di Intesa Sanpaolo il settore agroalimentare italiano ha un peso del 3,9% sull’economia italiana. Nel 2017, il settore agro-alimentare italiano ha generato un valore aggiunto superiore ai 60 miliardi di euro (33 per l’agricoltura, silvicoltura e pesca e 27,3 per l’industria alimentare, delle bevande e del tabacco) e ha occupato quasi 1,4 milioni di persone (circa 920 mila per agricoltura, silvicoltura e pesca e circa 465 mila per l’industria alimentare, delle bevande e del tabacco). L’Italia ricopre un ruolo importante anche a livello di agroalimentare europeo: è infatti terza per valore aggiunto e occupati dopo la Francia e la Germania, ma detiene il primo posto per qualità e ricchezza della produzione con 294 certificazioni (Dop, Igp e Stg) nel comparto agricolo e alimentare (di cui 53 formaggi) e 564 certificazioni (Dop e Igp) nei vini e nei liquori.
Il settore lattiero-caseario pesa per il 14,5% sulla produzione alimentare italiana e dà lavoro a circa l’11% degli occupati nel comparto alimentare. Con un valore della produzione che supera i 17 miliardi di euro, l’Italia si colloca al terzo posto in Europa nel settore lattiero caseario, alle spalle di Germania e Francia.
Nel 2017 l’Italia ha esportato latte e derivati per un totale di 3,2 miliardi di euro, più dell’80% dei quali è rappresentato da formaggi, con una quota crescente di formaggi freschi. Tra il 2008 e il 2017 l’export di formaggi è più che raddoppiato, con ottimi risultati anche tra 2016 e 2017 (+10%) e nei primi due mesi del 2018 (+9% tendenziale). Nello stesso periodo, la filiera, storicamente dipendente dall’estero per l’approvvigionamento della materia prima, è anche riuscita a ridurre consistentemente il proprio disavanzo commerciale (306 milioni nel 2017 a fronte di 1,2 miliardi nel 2008 con previsioni che vedono la filiera avvicinarsi nel prossimo quinquennio al pareggio della bilancia commerciale): rimane in ogni caso rilevante l’apporto dell’estero nel soddisfare la domanda nazionale nei segmenti del latte e delle creme.
Tra il 2008 e il 2016 l’Italia è riuscita ad aumentare la propria quota di mercato nel comparto dei formaggi, che si attesta oggi intorno al 10%, confermando il nostro Paese come quarto esportatore, alle spalle di Germania, Francia e Paesi Bassi, che nello stesso periodo hanno invece perso quote di mercato. Nel settore dei freschi, l’Italia si è conquistata il secondo posto globale dopo la Germania, superando la Francia. La buona dinamica in termini di competitività globale è stata resa possibile dall’elevata qualità espressa dalla produzione italiana: tra 2008 e 2016 l’Italia ha spodestato la Francia conquistando il primo posto per quota di mercato nei formaggi nella fascia di prezzo più elevata (27%), che costituiscono la quasi totalità delle vendite italiane all’estero nel comparto (90%).
Il Veneto è la terza regione in Italia per consegne di latte e per export nel settore lattiero- caseario, dietro a Lombardia e Emilia Romagna. Nel 2017 le esportazioni di latte e formaggi hanno raggiunto i 358 milioni di euro (+10% rispetto al 2016). A livello manifatturiero, la regione pesa per il 7,5% sull’occupazione del settore in Italia e per circa il 5% in termini di imprese, con una dimensione media aziendale maggiore di quella nazionale.
Il lattiero-caseario dà lavoro a circa un terzo degli occupati nell’alimentare bellunese. Nella provincia di Belluno è concentrato il 5,6% degli allevamenti regionali, il 9,4% delle imprese che svolgono attività di trasformazione lattiero-casearia e il 9,9% degli addetti. Ancora poco sviluppato, ma in crescita, l’export della provincia, che si è attestato su un valore poco inferiore ai 700.000 euro nel 2017. In particolare, tra il 2008 e il 2017 sono stati aperti nuovi mercati di sbocco (nel 2008 l’export verso Austria e Germania costituiva la quasi totalità dell’export della provincia, nel 2017 questa quota è scesa al 64%) e l’export si è più che triplicato, con buoni risultati in particolare verso la Francia.
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