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Venerdì 15 giugno 2018

Cariverona spiega il nuovo bando «Valore Territori»






Cinque milioni di euro. La filosofia, le finalità, i requisiti, le scadenze. Presentazione stamattina a Belluno.

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(Approfondimenti sul prossimo numero dell’Amico del Popolo)

Oggi, venerdì 15 giugno, la Fondazione Cariverona ha incontrato a Belluno i potenziali interessati al nuovo bando «Valore Territori». Pieno il salone degli incontri di Palazzo Fulcis, con i rappresentanti di numerosi enti locali e di tante istituzioni e associazioni, grandi e piccole. L’incontro è stato organizzato per spiegare come funziona il bando, interventi e dibattito sono stati gestiti dal direttore generale della Fondazione Cariverona Giacomo Marino.

Cariverona cambia. Per questo bando i vecchi metodi sono stati «destrutturati», si punta ad aiutare il territorio (anzi, i territori) a esprimere valori ed esigenze. Ma «l’idea è di aiutarvi a fare rete», perché saranno premiati proprio i progetti che mostreranno un respiro largo, un orizzonte più aperto rispetto al passato.

C’è una «bacheca» in internet, nel sito della Fondazione, dove accreditarsi. È il primo passo. La bacheca ha già 170 enti accreditati, secondo Cariverona l’essere presente nella bacheca può di per sé favorire il «marketing» dell’ente o dell’associazione, perché dà la misura di una certa consapevolezza e della volontà di mettersi in rete. I progetti saranno lì, visibili a tutti, insieme con i soggetti accreditati: trasparenza, anche come occasione per scoprirsi a vicenda, parlarsi, scambiare idee, pensare insieme. E non solo dentro i territori tradizionali: la Fondazione invita a "pensare largo" anche immaginando iniziative a scavalco tra le province coperte da Cariverona. «Il bando», che ha una natura ancora "sperimentale", «rappresenta di per sé uno strumento di ascolto dei territori», hanno detto i rappresentanti di Cariverona, «intendiamo aiutarli nel capire che cosa vogliono. E la bacheca già serve a confrontarsi e a far tesoro delle diverse esperienze».

Metti che la mia associazione culturale scopra che ce n’è una che in provincia di Vicenza si è data gli stessi obiettivi, magari ci si può parlare, si possono scambiare le idee e addirittura mettere su un progetto comune.

Come i territori intendono incrementare i loro valori? Valorizzarsi? «I temi devono venire da voi», ha detto Cariverona. Ma in una logica di rete, di partenariati, «quel che prima non si faceva abbastanza». Alcuni enti «già hanno una vocazione a pensare un po’ in grande», la Fondazione ha scelto di di inserire tra i plus i requisiti dell’innovazione anche nel senso dell’interscambio.

Siete interessati a concorrere? Allora attenti a un’altra parola: intersettorialità. «Forse è la chiave di volta, la caratteristica fondamentale del bando. Tramite l’intersettorialità è possibile fare rete, interscambio, dimensione. Intersettorialità vuol dire abbinare settori molto diversi, cultura e sociale e ambiente, per esempio. Il bando lascia molta libertà, chiedendo uno sforzo nella contaminazione delle idee».

Non c’è spazio per finanziare tutto, quindi i progetti andranno preparati bene, tenendo conto dello spirito che si è detto. Gli enti possono partecipare al bando in forma singola oppure come raggruppamenti. Anche i singoli hanno possibilità di farcela «se generano contaminazione e ricaduta sui territori». Sono ammessi progetti annuali e pluriennali fino a tre anni, il taglio minimo del contributo richiedibile è alto: 100mila euro; quello massimo è di 500mila euro. Troppo piccoli per concorrere? Appunto: cercate partner, fate rete, contaminatevi, allargatevi ad altri settori. Alla fine passeranno al massimo 50 progetti. I tempi sono molto stretti, la prima fase (presentazione del progetto preliminare, con abstract, budget eccetera) scade il 10 settembre, la seconda (progetto definitivo) il 16 novembre. Sulla prima fase viene fatta la prima selezione.

Questo bando non dovrebbe sostituire in prospettiva i bandi settoriali (cultura, sociale eccetera), che restano in piedi e continuano a essere accessibili, ma non si sa mai: «È un bando sperimentale, vedremo come i territori risponderanno». La stessa risposta arriva alla domanda se il "peso" proporzionale degli storici ambiti geografici della Fondazione verrà comunque rispettato (la provincia di Belluno "vale" circa il 12% della Fondazione e dunque ci si potrebbe aspettare che il 12% delle risorse messe a disposizione comunque arrivi qui - il bando vale 5 milioni di euro, il 12% è 600mila): «Vedremo come i territori risponderanno», ha detto Marino giudicando complicata la domanda (ma forse complicata era la risposta). Insomma, da quel che si è capito, se dalla provincia di Belluno usciranno proposte di progetto molto valide nulla vieta di pensare che i finanziamenti possano anche superare quota 12%, magari anche il 20% chissà; ma al contrario se la qualità sarà bassa rispetto ai requisiti fissati c’è da aspettarsi – al limite - che non arrivi nulla. A meno che non ci siano correzioni in corsa. Vedremo, appunto, come i territori risponderanno. Sperimentazione.

In ogni caso – fare attenzione anche a questo - «il ruolo della Fondazione vuole essere sussidiario, il contributo non può essere per l’attività ordinaria», sennò finirà che la Fondazione terminerà i suoi soldi e per di più finanziando sempre gli stessi soggetti. Non chiedete (più) a Cariverona di finanziare stipendi né impegni di spesa senza scadenza. L’auspicio è «che poi il progetto, una volta ricevuto dalla Fondazione il sostegno per partire, abbia sostenibilità economica di prospettiva». Sostenibilità economica: il progetto alla lunga deve stare su da sé, senza i soldi di Cariverona. Per questo la sottolineatura che «le imprese non sono finanziabili ma è ovvio che i progetti possono stimolare l’interesse dell’impresa», tenerlo presente nella stesura dei progetti vale un plus.

E adesso? Spremersi le meningi? Neanche tanto. Il giovane direttore generale Giacomo Marino invita a seguire la strada di semplificare i processi, costa troppo sforzo pensare ogni volta «di dover inventare la ruota». Guardate dentro la storia del vostro ente, associazione, istituzione, pensate nel profondo alle vostre finalità, scovate l’idea ancora buona da rilanciare, attualizzatela e pensate a come "esportarla" e "contaminarla".


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