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Lunedì 18 giugno 2018

L’Italia e il mondo, in un minuto (Sir)






Voci dall’Aquarius, la nave approdata a Valencia. Giappone, terremoto di magnitudo 6.1 a Osaka. Grecia e Macedonia, «accordo storico».

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Voci dall’Aquarius, è approdata a Valencia la nave carica di orfani e persone abusate e torturate

È finalmente approdata nel porto di Valencia la nave dell’Aquarius con a bordo un carico di storie drammatiche di fuga e morte. C’è chi ha rischiato di morire nel Mediterraneo e chi lo ha fatto per fuggire dall’elettrochoc dei torturatori libici. Chi è scappato per proteggere i figli e chi se ne è andato perché non aveva più nessuno con cui stare, a soli 11 anni. L’arrivo dell’Aquarius a Valencia è un simbolo di una politica europea incapace di fronteggiare unita il dramma delle migrazioni: ma le storie di chi scende dalla nave raccolte dai volontari di Medici senza frontiere e Sos Mediterranee sono quelle che nei porti siciliani e calabresi, o nell’avamposto di Lampedusa, conoscono da anni. Storie di violenze, soprusi e disperazione che nessun muro, in terra o in mare, potrà fermare. Ciò nonostante il ministro Salvini promette la linea dura: «Non sbarcherete in Italia». Non appena i suoi uffici gli comunicano che due navi umanitarie di associazioni tedesche, ma con bandiera olandese, Seefuchs e Lifeline, si trovano di fronte alle coste libiche pronte a caricare migranti, il ministro dell’Interno lancia il suo monito con un post su Facebook seguito dall’hashtag #chiudiamoiporti e il sottosegretario Vito Crimi conferma: «Le ong alimentano il traffico di esseri umani».



Giappone, terremoto di magnitudo 6.1 a Osaka: tre morti e 100 feriti

Almeno tre persone sono morte e altre 100 rimaste ferite dopo un terremoto di magnitudo 6.1 che ha colpito l’area di Osaka, in Giappone. Tra le vittime una bimba di 9 anni a Takatsuki. Il sisma è avvenuto alle verso le 8 ora locale, l’1 in Italia. La violenza del sisma ha causato l’interruzione del servizio dei treni veloci Shinkansen, la cancellazione di sei voli aerei da e per l’aeroporto del Kansai, la sospensione della fornitura di gas a 108mila abitazioni nelle prefettura di Osaka.



Grecia e Macedonia, Mogherini: «accordo storico»

Grecia e Macedonia hanno firmato un accordo che pone fine alla disputa lunga 25 anni sul nome della Macedonia. Federica Mogherini, alta rappresentante dell’Ue per Affari esteri e sicurezza: «È un evento storico, per le due parti, per i Balcani, ma anche per l’intera Unione europea e per l’Europa, perché innanzitutto dimostra che la diplomazia e la volontà di trovare un dialogo, portano sempre a una soluzione». La disputa sul nome è stato il principale ostacolo per la Macedonia nei processi di integrazione europea. Ora si aspetta solo il via libera per avviare i negoziati di adesione. Nikola Dimitrov, ministro degli esteri della Macedonia «Ora chiediamo al Consiglio Europeo una data per l’adesione, per iniziare questo nostro viaggio europeo entro la fine di questo mese: sarebbe un disastro strategico aprire una porta e trovarne subito dopo un’altra chiusa».



Yemen, continuano i combattimenti: dopo il porto, a rischio anche l’aeroporto di Hodeidah

Continuano i combattimenti nella zona di Hodeidah. La coalizione a guida saudita ha condotto diversi attacchi sull’aeroporto per tentare di sottrarne il controllo ai ribelli sciiti Houthi. Dopo aver conquistato giorni fa il porto, che costituisce una fonte vitale per milioni di persone poiché lì arrivano gli aiuti umanitari di provenienza internazionale, le truppe di terra delle forze governative ambiscono a sottrarre anche l’aeroporto ai ribelli così da isolarli totalmente e portarli alla resa. Nel tentativo di arrivare a un cessate il fuoco a Sanaa è giunto nelle scorse ore un inviato dell’Onu.



Nigeria, decine di morti in attacco Boko Haram

Un paio di esplosioni hanno ucciso alcune decine di persone nello stato nigeriano del nord-est del Borno. Secondo fonti locali si tratta del più grande attacco in queste settimane nella parte del paese colpita dall’insurrezione militante islamista Boko Haram. Testimoni hanno raccontato che le esplosioni si sono verificate nell’area del governo locale di Damboa. C’è chi racconta anche di un attacco missilistico. Dal 2009 Boko Haram ha ucciso oltre 30mila persone e costretto oltre 2 milioni alla fuga.



Nicaragua, non regge la tregua: altri 8 morti

Ancora morte e violenza in Nicaragua. Uno dei giorni più sanguinosi in questi mesi di proteste contro il governo del presidente Daniel Ortega. Sei membri di una stessa famiglia, tra cui tre bambini, sono morti nell’incendio della loro casa di Managua, la capitale del paese: incendio seguito a un sparatoria tra polizia e manifestanti, che ha causato la morte di altre due persone. La protesta sociale in Nicaragua dura ormai da due mesi, dal 18 aprile, data d’inizio degli scontri, e ha già causato 178 morti, in maggioranza civili. Alla base delle manifestazioni c’è la riforma delle pensioni decisa dal presidente Ortega, che penalizza tutte le categorie di lavoratori.


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