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Mercoledì 1 agosto 2018

Zanzare e West Nile, 19 casi e un morto. Belluno non endemica






L’assessore Coletto: «Alla gente chiediamo non paura ma collaborazione». In rosso le zone endemiche interessate dalla malattia.

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Una grave malattia trasmessa dalla puntura della zanzara. Si chiama West Nile, è virale, viene dall’Uganda (area del Nilo Occidentale: West Nile) e nel Veneto ha causato la morte di una persona. Tutta la nostra regione è interessata dal rischio della malattia, anche la provincia di Belluno ma in misura limitata perché è l’unica zona del Veneto non endemica per il virus West Nile.

La Regione spiega che la malattia West Nile nella maggior parte dei casi guarisce senza sintomi nell’uomo. Ma nel 20% dei casi possono verificarsi sintomi di lieve natura come febbricola, mal di testa, nausea, vomito, eruzioni cutanee (febbre West Nile, Wnf). In una piccola percentuale di casi, in particolare nelle persone anziane e debilitate, si possono presentare febbre alta, debolezza muscolare e complicanze neurologiche come encefalite (Malattia neuroinvasiva, Wnnd). Non esiste una terapia specifica per la febbre West-Nile.

«Dall’inizio di giugno la Direzione regionale Prevenzione ha posto un’attenzione particolare alla sorveglianza e al controllo delle malattie trasmesse da vettori attivando tutti i soggetti interessati, in primis le Aziende Ulss. Con una nota inviata il 30 luglio dalla stessa Direzione l’attenzione al verificarsi di casi di infezione umana da West Nile è stata elevata ai massimi livelli e il Piano regionale Vettori 2018 è attuato in ogni sua parte. L’ultimo Bollettino sulla sorveglianza delle arbovirosi che i nostri bravi tecnici realizzano, alla data di martedì 31 luglio, indicava la conferma di 19 casi, ai quali, purtroppo, si è aggiunto il decesso di un anziano di 79 anni residente in provincia di Verona, colpito dalla forma neuroinvasiva del virus».

Sono le parole dell’assessore alla aanità della Regione del Veneto Luca Coletto in relazione alla situazione legata al contagio del virus West Nile trasmesso attraverso la puntura di zanzare infette del genere Culex.

«Sono addolorato per la morte di questa persona e rivolgo le condoglianze ai famigliari», aggiunge Coletto, «ma corre l’obbligo di ricordare, per non accendere timori ingiustificati, che gli esperti indicano che un evento così grave si verifica nello 0,1% dei casi di infezione».

La nota inviata dalla Direzione Prevenzione regionale alle Aziende Ulss raccomanda di «rafforzare ulteriormente la vigilanza e la valutazione dell’efficacia degli interventi di disinfestazione effettuati dai Comuni».

«Le misure di controllo del vettore sono al massimo», garantisce Coletto, «e, al verificarsi di ciascun caso umano, sono prontamente attivati interventi di disinfestazione supplementari come indicato dal Piano Vettori 2018. Ogni Pronto Soccorso e ogni Ospedale del Veneto – aggiunge l’Assessore – tengono la guardia alta e sono in grado di diagnosticare e curare velocemente i casi che dovessero presentarsi».

«Alla gente», è questo l’appello di Coletto, «chiediamo non paura ma attenzione e collaborazione, perché anche semplici comportamenti singoli sono importantissimi, come proteggersi con uno dei tanti efficaci repellenti disponibili ed evitare accumuli d’acqua stagnante nei giardini e nei sottovasi di fiori, dove le zanzare depongono le uova e proliferano».

La nota della Regione alle Aziende Ulss contiene numerosi altri consigli utili: all’aperto, dal crepuscolo in poi, indossare indumenti di colore chiaro che coprano la maggior parte possibile del corpo, come pantaloni lunghi e abiti a manica lunga; usare repellenti cutanei per uso topico prestando alle indicazioni per l’uso riportate; cercare, nei limiti del possibile, di alloggiare in ambienti climatizzati o comunque dotati di zanzariere alle finestre; in caso di presenza di zanzare all’interno dei locali, utilizzare spray a base di Piretro o altri insetticidi per uso domestico, oppure diffusori di insetticida elettrici, aerando bene i locali prima di soggiornarvi.


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