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Lunedì 13 agosto 2018
Approvato il calendario venatorio provinciale
La stagione di caccia avrà il suo debutto domenica 16 settembre.
Il presidente della Provincia Roberto Padrin ha apposto la sua firma sull’atto di approvazione del calendario venatorio provinciale. Nonostante il quadro di incertezza che in questi ultimi mesi ha riguardato la delega alla Provincia di Belluno delle funzioni in materia di caccia, l’Amministrazione Provinciale è riuscita anche quest’anno a emanare il provvedimento fondamentale per la regolamentazione stagionale dell’attività venatoria. Ciò garantisce l’esercizio della caccia basato sulla gestione conservazionistica delle risorse faunistiche provinciali. Le principali novità della prossima stagione venatoria, che si aprirà in preapertura ad alcune forme di caccia l’1 settembre ma che avrà il suo debutto generale domenica 16 settembre, sono la modifica del periodo di prelievo delle femmine e piccoli di capriolo che va quest’anno dall’1 ottobre al 31 dicembre, mentre nella scorsa stagione era compreso tra il 15 ottobre e il 31 gennaio; l’estensione fino a un’ora dopo il tramonto, per tutta la stagione venatoria, della caccia di selezione degli ungulati, che nella passata stagione era limitata a mezz’ora durante l’orario solare; l’individuazione cartografica delle zone di svernamento del camoscio in cui non è consentita la caccia dopo il 15 dicembre. La caccia vagante si chiuderà il 31 dicembre mentre fino al 31 gennaio saranno consentite forme residuali di attività venatoria. Il provvedimento è integrativo del Calendario venatorio regionale e disciplina, secondo le caratteristiche peculiari del territorio bellunese, le modalità del prelievo selettivo degli ungulati e della tipica fauna alpina, l’impiego dei cani e l’esercizio della caccia sulla neve. Si sottolinea che il Calendario così come approvato è stato redatto secondo il documento tecnico «Linee guida per la gestione degli ungulati» ed ha avuto la condivisione della Commissione faunistica provinciale e il parere positivo da parte dell’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (Ispra).
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