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Lunedì 13 agosto 2018

Fondi per la rigenerazione urbana, vertice tra i sindaci del Veneto






Massaro: «si ragionerà assieme, al di là del colore politico».

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Continua la mobilitazione dei sindaci contro il congelamento dei fondi destinati alla rigenerazione urbana: nelle prossime ore si incontreranno tutti i primi cittadini delle città capoluogo del Veneto per studiare le prossime iniziative.
«Questo incontro avrà un significato particolare – spiega il Sindaco di Belluno, Jacopo Massaro – perché si andrà oltre il colore politico del singolo sindaco e si ragionerà unitariamente come rappresentanti di territori che non accettano una decisione così grave e penalizzante per i Comuni, per il lavoro e per le imprese come quella del congelamento dei fondi per la rigenerazione urbana. Da parte nostra, noi andremo avanti perché non è possibile giocare così con i soldi dei cittadini: per Belluno, a fronte di uno sblocco di avanzo di amministrazione di circa 5 milioni di euro, si perdono investimenti, tra privati e Bando Periferie, per oltre 35 milioni di euro, e questo non è accettabile».
Massaro è anche in stretto contatto con i vertici di Anci (Associazione nazionale Comuni italiani): «Entro fine agosto si completerà la raccolta dei dati sull’attività di tutti i comuni italiani in materia di rigenerazione urbana. - spiega – Le prime stime indicano già che una larghissima parte dei progetti presentati è in avanzato stato di avanzamento, alla faccia di chi sostiene che non si è fatto nulla finora».
Nel frattempo, il primo cittadino del capoluogo ha redatto anche un testo da consegnare ai parlamentari bellunesi: «Nel dossier, che oggi ho inviato ai nostri rappresentanti a Roma, ho raccolto tutto il materiale riguardante la rigenerazione urbana, comprese le attività burocratiche e contabili ed i problemi relativi all’avanzo di amministrazione che deriverebbe dal congelamento del fondo del Bando periferie. Abbiamo poche settimane per far capire il grave errore che è stato commesso, fare chiarezza su quanto realmente dice la sentenza della Corte Costituzionale e non quanto si vuole far credere, e soprattutto per mettere una pezza ad una scelta gravissima, che va contro le politiche moderne di sviluppo».


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