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Sabato 15 settembre 2018 ‐ Beata Vergine Maria Addolorata

Azzardo, in un anno 779 euro a testa dei Bellunesi nelle sole "macchinette"






I Veneti hanno speso in dodici mesi più di 6 miliardi in videoslot e scommesse (pari a 1.245 euro a testa).

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Lo scorso anno i veneti hanno speso in giochi e scommesse 6 miliardi e 106 milioni. È come se ogni residente avesse giocato 1.245 euro a testa. Secondo i dati dell’Agenzia nazionale delle Dogane e dei Monopoli, nel 2017 i Veneti hanno speso in giochi e scommesse 276 milioni in più del 2015. In tutta Italia la spesa per l’azzardo è stata di 101,85 miliardi, lievitata del 142 % in dieci anni.

Tanto per avere un idea sul volume delle giocate in Veneto, nel solo 2017 gli incassi dell’industria del gioco - tra videolottery e sale-bingo, agenzie di scommesse, lotto, Gratta&vinci e Winforlife - superano il costo complessivo per la realizzazione del Mose. La ’parte del leone’ la fanno le slot e le videolottery, posizionate nei bar, ristoranti, esercizi pubblici di ogni tipo: lo scorso anno le circa 40mila ’macchinette’ disseminate in Veneto hanno inghiottito 4,7 miliardi di euro, pari al 77 per cento delle scommesse complessive nel territorio regionale.

Disaggregati per provincia, i volumi delle giocate relative alle cosiddette ’macchinette’ (Awp, più semplici e a basse giocate, e Vlt, di nuova generazione e con possibilità di vincite più lucrose) evidenziano il primato degli abitanti del Polesine che lo scorso anno hanno scommesso 1.470 euro a testa, seguiti dai veronesi (1.114), dai veneziani (1.051), dai trevisani (900), dai padovani (792) e dai bellunesi (779).

«I dati dell’agenzia del Monopolio evidenziano un continuo incremento dei volumi del gioco d’azzardo», segnala l’assessore regionale alle politiche sociali, Manuela Lanzarin. «Il Veneto risulta essere la quinta regione in Italia,dopo Lombardia, Lazio Campania ed Emilia Romagna, ma schizza al terzo posto per cifre giocate alle cosiddette ’macchinette’, preceduto solo dalle più popolose Lombardia e Lazio. Senza rendersene conto, i giocatori abituali si sottopongono ad una sorta di prelievo forzoso, di cui beneficiano l’erario (per il 12 per cento, pari in Veneto a 765 milioni di gettito nel 2017), la filiera dell’industria del gioco (che ha guadagnato circa l’11 per cento del volume delle scommesse in Veneto) e la ’dea bendata’, che redistribuisce il monte-premi secondo le ’regole’ dell’azzardo, per cui è il banco a vincere sempre».


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