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Venerdì 5 ottobre 2018 ‐ S. Placido

Carcere Belluno: stop allo sciopero della mensa, non all’agitazione






Prosegue la battaglia dei sindacati di polizia penitenziaria e del personale per la chiusura dell’Articolazione per la tutela della salute mentale.

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È stato revocato nel carcere di Belluno lo sciopero collettivo dalla mensa di servizio proclamato un mese fa dai sindacati di polizia penitenziaria, ma prosegue lo stato di agitazione. La protesta era scattata all’inizio di settembre per denunciare la situazione critica in cui versa la sezione Articolazione per la tutela della salute mentale del penitenziario di Baldenich, della quale sindacati e personale chiedono la chiusura e il trasferimento in altra sede. «Dopo un mese - spiegano i rappresentanti sindacali - abbiamo deciso di tornare a mangiare nella mensa di servizio, ma metteremo in atto altre forme di protesta per porre rimedio a una situazione drammatica e insostenibile che concretizza ogni giorno di più il rischio per l’incolumità del personale del corpo e il fallimento complessivo nella gestione dei detenuti con problemi psichici».


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Lo scorso 20 settembre le sigle sindacali hanno incontrato il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria per il Triveneto, Enrico Sbriglia, il quale ha assicurato l’imminenza di un sopralluogo per l’individuazione dell’istituto in cui spostare la sezione bellunese per la tutela di salute mentale. «Abbiamo apprezzato la disponibilità e l’impegno dimostrato dal provveditore - spiegano i rappresentanti sindacali - ma ci siamo anche resi conto ancora una volta del peso delle lungaggini della burocrazia di fronte a questioni che invece richiedono soluzioni efficaci e veloci perché mettono a rischio l’incolumità del personale».

Nella sofferta e dibattuta assemblea sindacale dello scorso 28 settembre è emersa tutta l’insofferenza dei poliziotti che «espletano i turni all’interno della Sezione in esame senza alcuna protezione per se stessi né per gli altri operatori che vi accedono», denunciano i sindacati. In sostanza - proseguono - sui poliziotti bellunesi, scippati in 5 anni di 27 unità dall’organico, ricadono carenze e inadeguatezze gestionali e organizzative delle istituzioni. Questo scoraggia e affligge i poliziotti anche perché ritengono che nella situazione attuale i pazienti-detenuti siano a rischio di peggiorare la loro situazione di disagio.


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