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Venerdì 23 novembre 2018 ‐ S. Clemente

Un "tuffo" nella Belluno del passato






Oggi, venerdì 23 novembre, l’inaugurazione di una mostra in Crepadona. Un progetto a cura dell’Archivio storico.

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L’esposizione vanta una vasta raccolta fotografica, oltre 300 documenti originali dell’epoca e un tocco di multimedialità che accompagna l’antico al moderno. "Belluno, una città. Il nuovo secolo, la guerra": questo il titolo della mostra documentaria multimediale inaugurata oggi, venerdì 23 novembre, a Palazzo Crepadona. Il progetto è a cura dell’Archivio storico del Comune di Belluno.


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La mostra raccoglie documenti, materiali e testimonianze della Belluno che dalla fine dell’800 ha visto la fine della belle époque, per passare alla Grande Guerra, all’occupazione austro-tedesca e infine alla liberazione.

«È un’esposizione molto importante», sottolinea l’assessore alla cultura, Marco Perale, «che illustra il periodo della prima guerra mondiale senza raccontare il fronte, come da tradizione, ma la vita e il cambiamento della città. Nella sfera sociale invece, si vede Belluno raccontata dai residenti e dagli occupanti austriaci e tedeschi. Per la prima volta, nel periodo della Grande Guerra, la nostra città viene immortalata dai fotografi, e questa è una testimonianza importante per il nostro territorio».

«Questa mostra è incentrata per la maggior parte su materiale custodito dall’archivio storico comunale e può contare anche su alcuni prestiti da parte di privati cittadini», mette in risalto Orietta Ceiner, responsabile dell’Archivio storico del Comune di Belluno. «Inoltre, un’intera parte della mostra è dedicata alla raccolta fotografica di Pietro De Cian, recentemente acquistata dal Comune di Belluno».
La mostra conta oltre 300 documenti originali dell’epoca e presenta alcuni totem multimediali dedicati a Belluno e all’"an de la fan", quello dell’occupazione tra il 1917 e il 1918.

«Attraverso i documenti in esposizione, raccontiamo Belluno e la guerra visti con gli occhi delle persone che erano rimaste in città», illustra Monica Frapporti. «Si tratta di una mostra che può essere visitata seguendo il percorso generale, ma che lascia spazio anche agli studiosi e ai curiosi di approfondire aspetti particolari della vita di quegli anni attraverso una raccolta importante di documenti e di fotografie».

L’esposizione è visitabile fino al 20 gennaio 2019 nei seguenti orari: martedì e giovedì dalle 15 alle 18; mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18. Resterà chiusa tutti i lunedì; il 24, 25 e 31 dicembre 2018 e l’1 gennaio 2019.
La cura della grafica e multimedia è di Stefano De Vecchi; le ricerche archivistiche e i testi sono di Orietta Ceiner, De Vecchi, Frapporti, Manuela Maggini, Toni Sirena; la scelta del materiale fotografico di Renzo Bogo e si aggiunge il contributo multimediale di Corrado Pasquotti. Drammatizzazioni di Guido Beretta.


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