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Martedì 8 gennaio 2019 ‐ San Massimo

L’Italia e il mondo, in un minuto (Sir)






Caso Sea Watch, Paesi Ue pronti ad accoglienza. Pedofilia, il cardinale di Lione in tribunale.

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Caso Sea Watch, Paesi Ue pronti all’accoglienza se Malta apre i porti

Si apre uno spiraglio per la vicenda dei 49 migranti bloccati al largo di Malta sulle navi Sea Watch e Sea Eye. Una decina di Paesi - tra questi Italia, Germania, Francia, Portogallo, Lussemburgo, Olanda e Romania - si sono offerti di ricevere i migranti se Malta aprirà i suoi porti per lo sbarco. Ma l’impasse resta, perché La Valletta chiede che, oltre alle 49 persone a bordo delle due navi delle ong, siano ridistribuiti anche altri 249 profughi salvati nei giorni scorsi dai suoi guardacoste. Si apprende da fonti diplomatiche europee. I posti messi a disposizione dal gruppo di Paesi pronti ad accogliere - spiegano ancora le fonti - sono superiori ai 49 necessari per la ridistribuzione di quanti sono a bordo di Sea Watch e Sea Eye, ma non arrivano a coprire tutti e 298 i trasferimenti complessivi richiesti da Malta. Nessuna offerta è stata invece avanzata dai Paesi dell’Est, come Polonia o Ungheria.


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Carige, arriva la garanzia di Stato su nuovi bond e fondi Bankitalia

«Il Governo, nel Consiglio dei ministri, ha approvato un decreto legge che interviene a offrire le più ampie garanzie di tutela dei diritti e degli interessi dei risparmiatori della Banca Carige - ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in serata - in modo da consentire all’amministrazione straordinaria di recente insediata di perseguire in piena sicurezza il processo di consolidamento patrimoniale e di rilancio delle attività dell’impresa bancaria». E il vicepremier Di Maio spiega che il decreto tutela i risparmi dei cittadini che hanno scelto la Banca Carige. «Le banche italiane - aggiunge - pagano il prezzo di un sistema di vigilanza della Bce che va dotato di strumenti rafforzati di controllo e di intervento. Saremo sempre dalla parte dei risparmiatori e dei correntisti, sempre».



Violenza stadi, Salvini: «Sradicheremo i teppisti»

Si è tenuta presso la Scuola superiore di polizia a Roma la riunione dell’Osservatorio nazionale delle manifestazioni sportive dedicata alla violenza negli stadi, convocata dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, d’intesa con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo sport, Giancarlo Giorgetti. «Ogni settimana - ha detto Salvini, al termine della riunione - ci sono 12 milioni di tifosi che seguono gli eventi sportivi e 6mila teppisti, da non confondere con i tifosi che sono il 99%. L’obiettivo è sradicare la violenza con ogni mezzo necessario». Quanto alla sospensione delle partite in caso di cori offensivi, il ministro giudica il tema «scivoloso»: «Rischiamo di mettere in mano a pochi il destino di tanti. Io preferisco prevenire e non lasciare potere di ricatto a una frangia minoritaria».



Regioni, raffica di ricorsi contro il decreto sicurezza

Una alla volta le regioni a guida centrosinistra passano dalle parole ai fatti sul decreto sicurezza. Umbria, Toscana ed Emilia Romagna hanno deliberato il ricorso alla Consulta: la norma sarà impugnata per sospetta «incostituzionalità». Anche la Sardegna è pronta a compiere lo stesso passo: nelle prossime ore porterà in Giunta la proposta. Partita da un gruppo di sindaci, in testa Leoluca Orlando di Palermo - «sindaci del Pd che cercano visibilità», taglia corto Salvini - la battaglia si è spostata alle Regioni che a differenza dei Comuni possono ricorrere direttamente alla Corte costituzionale, senza passare prima da un giudice.



Pedofilia, il cardinale di Lione in tribunale

Si è aperto ieri mattina a Lione il processo contro l’arcivescovo della città, il card. Philippe Barbarin, accusato di aver coperto, lasciandolo al suo posto per parecchio tempo, padre Bernard Preynat, reo confesso di abusi sessuali su oltre 70 minori durante il periodo in cui era responsabile del gruppo scout, tra il 1970 e il 1980. Il processo durerà fino mercoledì. Il vescovo è stato chiamato a comparire in un giudizio diretto per volere di dieci delle vittime che non si sono arrese di fronte all’archiviazione del caso da parte della procura che nel 2016 ha giudicato prescritto il reato di mancata denuncia. Il cardinale si è dichiarato innocente. Ma i dettagli che sono venuti fuori dalla prima giornata sono inquietanti. Il cardinale ha saputo delle molestie degli anni 80-90 nel 2010 e a quel punto ha incontrato il prete e si è fidato della sua parola che non c’era stato un seguito. Nel 2014 poi ha inoltrato al Vaticano la testimonianza di una vittima e di fronte alla richiesta di rimozione ha esitato per qualche mese «per non creare uno scandalo, come mi aveva chiesto Roma», dice Barbarin. «Finora il dibattito è rimasto sul piano morale - dice François Devaux, confondatore dell’associazione delle vittime La Parole libérée -. Finora era rimasto tutto sul piano dei media, dell’opinione pubblica. Ora ci rivolgiamo alla giustizia e vediamo se morale e giustizia stanno dalla stessa parte. Vediamo la giustizia da che parte sta».



Corea del Nord, Kim in visita in Cina dal 7 al 10 gennaio

Il leader nordcoreano Kim Jong-un è in missione per la quarta volta in Cina, dal 7 al 10 gennaio, su invito del presidente cinese Xi Jinping, nel mentre è in discussione un secondo summit con il presidente americano Donald Trump, malgrado lo stallo negoziale sulla denuclearizzazione. Kim è partito ieri pomeriggio da Pyongyang insieme alla first lady Ri Sol-ju e a funzionari come Kim Yong-chol (a capo dei negoziati con gli Usa) e il ministro degli Esteri Ri Yong-ho, arrivando in tarda mattinata, nel giorno che si ritiene essere quello del suo 35° compleanno.


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