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domenica 8 Settembre 2024,

Approvate le schede ospedaliere, per l’Ulss 1 Dolomiti 898 posti letto, più i 117 delle strutture intermedie

Dopo il passaggio in giunta regionale, la documentazione sarà trasmessa al consiglio per il completamento dell'iter.

All’ospedale San Martino di Belluno è stata inserita l’unità di preparazione dei farmaci antitumorali. L’ospedale di Feltre viene confermato come riferimento del Primiero con posti letto dedicati e centro di riferimento aziendale di anatomia patologica, mentre quelli di Agordo e Pieve come ospedali in “zona disagiata”. Pieve resta anche punto nascita e sede della base di elisoccorso con volo notturno. L’ospedale di Lamon è indicato come struttura riabilitativa provinciale. Queste alcune indicazioni contenute nelle schede ospedaliere derivanti dal nuovo Piano socio sanitario 2019-2023 che la Giunta regionale del Veneto, riunita in seduta straordinaria convocata dal presidente Luca Zaia, ha approvato mercoledì 13 marzo, su proposta dell’assessore alla sanità, Manuela Lanzarin.

In tutto il Veneto ci sono 68 ospedali, 754 reparti con altrettanti primari, 19.800 posti letto complessivi, dei quali 17.852 per acuti e 1.948 nelle strutture intermedie, come ospedali di comunità, hospice e unità riabilitative territoriali. Guardando i dati relativi alla provincia di Belluno, i reparti sono 56, per un totale di 898 posti letto, di cui 733 per acuti e 165 per riabilitazione. Si aggiungono i 117 delle strutture intermedie. Il totale complessivo è quindi di 1015 posti letto.

«Ora trasmetteremo l’intera documentazione al consiglio regionale per il prosieguo dell’iter e il confronto con i consiglieri e i gruppi consigliari che, sono certo, sarà attento e approfondito», sottolinea Zaia. «Con questo atto si chiude di fatto una complessa opera di riprogrammazione pluriennale della sanità veneta. Abbiamo approvato in tempi record il Piano Socio Sanitario 2019-2023 ancora a fine 2018; abbiamo dato certezze economiche ai nostri manager varando il riparto dei fondi necessari per il 2019 e il 2020 con circa 16,5 miliardi di dotazione complessiva; oggi abbiamo tradotto in concreto le indicazioni strategiche del Pssr, disegnando una geografia ospedaliera moderna, qualitativa, con tutti i servizi che servono ai cittadini e a una sanità di eccellenza come quella veneta. Era un obiettivo qualificante dell’intera legislatura e averlo raggiunto in questi tempi e in questi modi non è impresa da poco».

Ecco alcune previsioni per l’Ulss 1 Dolomiti. All’ospedale di Belluno si trovano, tra l’altro, la breast unit, una neurologia di secondo livello per la rete ictus, la cardiologia H24 per la rete emodinamnica e ortopedia come centro di riferimento per i traumi di zona. Inserita l’unità di preparazione dei farmaci antitumorali, recentemente inaugurata dal presidente Zaia. Le malattie infettive sono struttura di riferimento regionale per le patologie da zecche. L’ospedale di Feltre viene confermato come riferimento del Primiero con posti letto dedicati e centro di riferimento aziendale di anatomia patologica; in neurologia è prevista anche l’attività sul decadimento cognitivo; la chirurgia generale è confermata centro di riferimento per la chirurgia oncologica gastrointestinale. Gli ospedali di Agordo e Pieve di Cadore sono confermati come ospedali “in zona disagiata” e adeguati agli standard ospedalieri indicati dallo specifico decreto ministeriale. L’ospedale di Pieve di Cadore è confermato come punto nascita e sede della base di elisoccorso con volo notturno, anche per le Aziende 2 Marca Trevigiana e 3 Serenissima. L’ospedale di Lamon è indicato come struttura riabilitativa provinciale.

«Abbiamo fatto un buon lavoro», dice l’assessore Lanzarin, che riporta nell’organizzazione le linee indicate dal nuovo Piano Socio Sanitario. Si confermano i 68 ospedali e la loro strutturazione in rete Hub & Spoke, senza nessun taglio. Si rafforza l’integrazione tra sanitario e sociale e il collegamento tra ospedale e territorio attraverso le strutture di ricovero intermedie. Si potenziano e diffondono ulteriormente le alte specializzazioni. Si favorisce la deospedalizzazione grazie all’utilizzo delle moderne tecnologie, mettendo al contempo a disposizione tutti i posti letto che servono. Si mantengono tutti i punti nascita della rete potenziando in generale tutto il settore materno infantile. Si potenziano ulteriormente le breast unit per la lotta al cancro al seno e l’oncologia in generale con un aumento dei posti letto dello Iov, e molto altro ancora che avremo modo di approfondire e sviscerare nel corso del confronto in consiglio.

«Le schede guardano anche in concreto alla prospettiva della nascita del nuovo ospedale di Padova, con valenza almeno nazionale e con l’integrazione con l’Università», aggiunge, «al quale diamo già ora i contenuti. In attesa che questa grande operazione vada in porto, anche con la riorganizzazione del Giustinianeo, i padovani non avranno nessuna contrazione dei servizi, perché il Sant’Antonio continuerà a essere l’Ospedale cittadino con tutte le sue caratteristiche di eccellenza e tutte le prestazioni».

Sul piano tecnico, in generale, le aziende devono rendere possibile l’accesso diretto in psichiatria, ostetricia, pediatria e oculistica; è prevista la centralizzazione a livello aziendale o, in alcuni casi, interaziendale, per alcune attività come, per esempio, anatomia patologica, laboratorio di analisi e servizio trasfusionale. Inoltre indicato lo sviluppo dei servizi in telerefertazione e teleconsulenza. Le schede, inoltre, potenziano l’area medica e inseriscono strutture intermedie a gestione diretta negli ospedali. In tema di riabilitazione viene previsto un polo riabilitativo di riferimento aziendale.

All’ospedale San Martino di Belluno è stata inserita l’unità di preparazione dei farmaci antitumorali. L’ospedale di Feltre viene confermato come riferimento del Primiero con posti letto dedicati e centro di riferimento aziendale di anatomia patologica, mentre quelli di Agordo e Pieve come ospedali in “zona disagiata”. Pieve resta anche punto nascita e sede della base di elisoccorso con volo notturno. L’ospedale di Lamon è indicato come struttura riabilitativa provinciale. Queste alcune indicazioni contenute nelle schede ospedaliere derivanti dal nuovo Piano socio sanitario 2019-2023 che la Giunta regionale del Veneto, riunita in seduta straordinaria convocata dal presidente Luca Zaia, ha approvato oggi, mercoledì 13 marzo, su proposta dell’assessore alla sanità, Manuela Lanzarin.

In tutto il Veneto ci sono 68 ospedali, 754 reparti con altrettanti primari, 19.800 posti letto complessivi, dei quali 17.852 per acuti e 1.948 nelle strutture intermedie, come ospedali di comunità, hospice e unità riabilitative territoriali. Guardando i dati relativi alla provincia di Belluno, i reparti sono 56, per un totale di 898 posti letto, di cui 733 per acuti e 165 per riabilitazione. Si aggiungono i 117 delle strutture intermedie. Il totale complessivo è quindi di 1015 posti letto.

«Ora trasmetteremo l’intera documentazione al consiglio regionale per il prosieguo dell’iter e il confronto con i consiglieri e i gruppi consigliari che, sono certo, sarà attento e approfondito», sottolinea Zaia. «Con questo atto si chiude di fatto una complessa opera di riprogrammazione pluriennale della sanità veneta. Abbiamo approvato in tempi record il Piano Socio Sanitario 2019-2023 ancora a fine 2018; abbiamo dato certezze economiche ai nostri manager varando il riparto dei fondi necessari per il 2019 e il 2020 con circa 16,5 miliardi di dotazione complessiva; oggi abbiamo tradotto in concreto le indicazioni strategiche del Pssr, disegnando una geografia ospedaliera moderna, qualitativa, con tutti i servizi che servono ai cittadini e a una sanità di eccellenza come quella veneta. Era un obiettivo qualificante dell’intera legislatura e averlo raggiunto in questi tempi e in questi modi non è impresa da poco».

Ecco alcune previsioni per l’Ulss 1 Dolomiti. All’ospedale di Belluno si trovano, tra l’altro, la breast unit, una neurologia di secondo livello per la rete ictus, la cardiologia H24 per la rete emodinamnica e ortopedia come centro di riferimento per i traumi di zona. Inserita l’unità di preparazione dei farmaci antitumorali, recentemente inaugurata dal presidente Zaia. Le malattie infettive sono struttura di riferimento regionale per le patologie da zecche. L’ospedale di Feltre viene confermato come riferimento del Primiero con posti letto dedicati e centro di riferimento aziendale di anatomia patologica; in neurologia è prevista anche l’attività sul decadimento cognitivo; la chirurgia generale è confermata centro di riferimento per la chirurgia oncologica gastrointestinale. Gli ospedali di Agordo e Pieve di Cadore sono confermati come ospedali “in zona disagiata” e adeguati agli standard ospedalieri indicati dallo specifico decreto ministeriale. L’ospedale di Pieve di Cadore è confermato come punto nascita e sede della base di elisoccorso con volo notturno, anche per le Aziende 2 Marca Trevigiana e 3 Serenissima. L’ospedale di Lamon è indicato come struttura riabilitativa provinciale.

«Abbiamo fatto un buon lavoro», dice l’assessore Lanzarin, che riporta nell’organizzazione le linee indicate dal nuovo Piano Socio Sanitario. Si confermano i 68 ospedali e la loro strutturazione in rete Hub & Spoke, senza nessun taglio. Si rafforza l’integrazione tra sanitario e sociale e il collegamento tra ospedale e territorio attraverso le strutture di ricovero intermedie. Si potenziano e diffondono ulteriormente le alte specializzazioni. Si favorisce la deospedalizzazione grazie all’utilizzo delle moderne tecnologie, mettendo al contempo a disposizione tutti i posti letto che servono. Si mantengono tutti i punti nascita della rete potenziando in generale tutto il settore materno infantile. Si potenziano ulteriormente le breast unit per la lotta al cancro al seno e l’oncologia in generale con un aumento dei posti letto dello Iov, e molto altro ancora che avremo modo di approfondire e sviscerare nel corso del confronto in consiglio.

«Le schede guardano anche in concreto alla prospettiva della nascita del nuovo ospedale di Padova, con valenza almeno nazionale e con l’integrazione con l’Università», aggiunge, «al quale diamo già ora i contenuti. In attesa che questa grande operazione vada in porto, anche con la riorganizzazione del Giustinianeo, i padovani non avranno nessuna contrazione dei servizi, perché il Sant’Antonio continuerà a essere l’Ospedale cittadino con tutte le sue caratteristiche di eccellenza e tutte le prestazioni».

Sul piano tecnico, in generale, le aziende devono rendere possibile l’accesso diretto in psichiatria, ostetricia, pediatria e oculistica; è prevista la centralizzazione a livello aziendale o, in alcuni casi, interaziendale, per alcune attività come, per esempio, anatomia patologica, laboratorio di analisi e servizio trasfusionale. Inoltre indicato lo sviluppo dei servizi in telerefertazione e teleconsulenza. Le schede, inoltre, potenziano l’area medica e inseriscono strutture intermedie a gestione diretta negli ospedali. In tema di riabilitazione viene previsto un polo riabilitativo di riferimento aziendale.

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