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domenica 14 Dicembre 2025,

Serrai di Sottoguda, una raccolta fondi perché possano tornare a splendere

L'iniziativa lanciata dalla Fondazione Unesco è stata presentata oggi, lunedì 25 marzo, a Palazzo Piloni. Il Comune di Rocca Pietore avvierà un concorso di idee per la progettazione. Sette milioni ci sono già, il crowdfunding punta a raccogliere la cifra necessaria per arrivare a 8 milioni.

Una ricostruzione che implica anche una progettazione diversa rispetto a quella a cui si era finora abituati a pensare. In poche parole, servono soluzioni che riducano al minimo l’impatto e che siano innovative dal punto di vista dell’adattamento ai cambiamenti climatici. I Serrai di Sottoguda, in comune di Rocca Pietore, sono stati distrutti dalla terribile tempesta “Vaia” di fine ottobre 2018. Ed è partita ufficialmente la corsa per farli tornare al loro splendore. La Fondazione Dolomiti Unesco aveva già deliberato a novembre scorso l’impegno per la progettazione del recupero dei Serrai e oggi, lunedì 25 marzo, il percorso è stato ufficializzato durante una conferenza stampa a Palazzo Piloni, sede della Provincia. Poco prima della riunione del consiglio di amministrazione della Fondazione stessa. Ed è stato lanciato il crowdfunding “#SOSerrai: 1 milione per i Serrai di Sottoguda”, per contribuire alla ricostruzione del tracciato pedonale devastato dal maltempo.

Di fatto, l’alluvione ha reso inservibili ponti, muri d’argine, muri a retta e ha asportato tutto il materiale che formava il greto del torrente Pettorina, rendendo inaccessibile la spettacolare gola che unisce la Marmolada (Sistema 2 del Patrionio dellì’Umanità Unesco) al paese di Sottoguda, uno dei “Borghi più belli Italia”. «Più passa il tempo e più ci si rende conto di quanto accaduto ai Serrai», ha detto sconsolato il sindaco di Rocca Pietore, Andrea De Bernardin. «La prima stima dell’Unesco parlava di circa 6 milioni di euro per il ripristino. In realtà, questa cifra non basta e siamo saliti a più di 8 milioni». Sul totale, 7 milioni ci sono già e sono quelli confermati nei giorni scorsi dal governatore del Veneto, Luca Zaia, in qualità di commissario delegato ai primi interventi urgenti di Protezione civile dopo la tempesta Vaia. «Per il restante milione abbiamo deciso di avviare una raccolta fondi», ha evidenziato Marcella Morandini, direttore della Fondazione Dolomiti Unesco. «Sul sito www.dolomitiunesco.info si possono trovare le informazioni per associare il proprio nome a un intervento che consentirà di recuperare un luogo simbolo delle Dolomiti».

Il crowdfunding si concluderà tra sei mesi, quindi a fine settembre, e poi la somma raccolta verrà consegnata al Comune di Rocca Pietore. «Cosa ottiene chi dona? Non solo la certezza di aver dato il proprio contributo al Patrimonio mondiale dell’Umanità, ma anche l’inserimento nell’“albo dei donatori”». Albo in cui sono già presenti diversi nomi, per un totale di 405.880 euro. Nella cifra sono già compresi i 200mila euro messi dalla Fondazione Dolomiti Unesco per la progettazione, a cui se ne aggiungono altrettanti deliberati dalla Fondazione Cariparo (Cassa di risparmio di Padova e Rovigo). Altri 200mila dovrebbero arrivare dalla Fondazione Cariverona. Ma non solo: i ragazzi dell’istituto “Rodari” di Santa Giustina sono stati i primi ad attivarsi: lo scorso 9 febbraio è avvenuta la consegna dei 2.385 euro frutto delle offerte raccolte dai ragazzi mettendo a disposizione i loro lavori durante i mercatini di Natale, insieme a genitori e insegnanti. E c’è anche il ricavato dello spettacolo dell’attrice Susanna Cro e del musicista Diego De Pasqual, “Vajont. Viaggio nell’oltre”, portato in scena a Verona un mese e mezzo fa.

E se la Fondazione promuove la raccolta fondi, il Comune di Rocca sta per avviare un concorso di idee per scegliere il progetto migliore. Sarà premiata l’idea che riunirà a coniugare meglio: sostenibilità ambientale, accessibilità ai disabili, innovazione e adattività ai cambiamenti climatici; valorizzazione degli aspetti geologici, geomorfologici, paesaggistici e storico-documentali dei Serrai. «Questo sito costituisce una delle porte d’accesso principali alle Dolomiti Patrionio Unesco», ha evidenziato Roberto Padin, presidente della Provincia che, insieme ai rappresentanti di Trento, Bolzano, Pordenone, Udine, ha manifestato la volontà di «lavorare in sinergia per diffondere l’importanza del riconoscimento Unesco – di cui ricorre il decennale – il valore della sostenibilità ambientale, la necessità di uno sviluppo turistico».

«Tutti i territori che fanno parte della Fondazione, ossia 5 province e 3 regioni, hanno aderito al progetto per il recupero dei Serrai», ha messo in risalto Graziano Pizzimenti, presidente della Fondazione e assessore del Friuli Venezia Giulia. «I Serrai hanno un significato turistico importante per l’intero territorio veneto», ha affermato Federico Caner, assessore regionale al turismo. «Quello per la loro ricostruzione sarà un progetto pilota, in cui andranno a coniugarsi turismo consapevole e valore ambientale inestimabile. Le Dolomiti sono fragili e i fenomeni estremi saranno sempre più possibili nell’attuale contesto di grossi cambiamenti climatici». Per i Serrai occorrerà quindi intervenire sulla funzionalità idraulica dell’alveo e la messa in sicurezza idrogeologica, progettando soluzioni innovative dal punto di vista dell’adattamento ai cambiamenti climatici. «I Serrai vanno ricostruiti in modo che possano sopportare un eventuale fenomeno atmosferico sul genere di “Vaia”, che ovviamente speriamo non accada più», ha commentato De Bernardin. «La tempesta di fine ottobre ha colpito la parte più importante, dal punto di vista turistico, del territorio di Rocca Pietore, tra capanna Bill, Passo Fedaia, Malga Ciapela, Sottoguda e Bosco Verde».

I Serrai non rappresentavano solo un vero e proprio spettacolo della natura, ma anche un motore per l’economia. «Da quando li abbiamo chiusi al traffico e istituito il pedaggio, l’afflusso ha registrato un continuo aumento», ha aggiunto i sindaco di Rocca. «Nelle estati 2016, 2017 e 2018, in tre mesi e mezzo, i Serrai hanno richiamato più di 150mila visitatori. E il sito dava lavoro a una decina di persone. I due dipendenti dell’ufficio turistico di Sottoguda erano pagati proprio con le risorse del pedaggio». Rocca Pietore, dal 2017 al 2018, è passata da 46mila a 50mila arrivi, oltre che da 180mila a 193mila presenze. Numeri importanti, «che dimostrano ancora una volta», ha detto Mario Tonina, che nel cda della Fondazione rappresenta la Provincia autonoma di Trento, «come la montagna sia strategica anche per la pianura».

De Bernardin ha espresso solo una preoccupazione: «Per poter usufruire dei fondi messi a disposizione, la scadenza per l’appalto è fissata il prossimo 30 settembre. Mi auguro che non si venga a creare un’incongruenza tra le risorse arrivate e la fretta imposta nello spenderle».

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