Imprese e progettisti hanno risposto partecipando numerosi al convegno sul tema «Ecobonus: cessione del credito sì o no?», proposto ieri sera, giovedì 26 settembre, da Confartigianato Belluno. La questione riguarda soprattutto lo sconto diretto in fattura: il pubblico in sala ha confermato la criticità del provvedimento auspicando soluzioni alternative.
Il direttore Michele Basso ha subito evidenziato la criticità dell’art. 10 del Decreto Crescita in quanto penalizzante per i piccoli imprenditori. Poi la presidente di Confartigianato Belluno Claudia Scarzanella ha indicato «nel gioco di squadra delle piccole imprese la via per fronteggiare le modalità di utilizzo della detrazione fiscale previste dalla norma». Ezio Cillo di Confartigianato del Veneto e Sirio Dal Farra di Confartigianato Belluno si sono addentrati nelle questioni tecnico-fiscali.
Il dibattito ha fatto emergere il malumore degli artigiani nei confronti dell’art. 10, indicandone l’inapplicabilità per le imprese artigiane e per le piccole imprese del comparto casa, in quanto non dispongono della capacità finanziaria per far fronte allo sconto in fattura al consumatore finale, possibile invece per gruppi o catene di negozi commerciali.
«Ciò mette le piccole imprese», ha sottolineato Basso, «nella condizione di non poter soddisfare il cliente che potrebbe quindi rivolgersi ad altri concorrenti, oppure a trasformarle in semplici montatori o manutentori di impianti acquistati presso grosse catene che al contrario possono sopportare finanziariamente la cessione del credito o lo sconto diretto in fattura. La platea ha condiviso la necessità di chiedere l’abrogazione della norma prevista dall’art. 10, o in subordine, di introdurre la previsione di poter cedere il credito ottenuto dall’impresa tramite lo sconto a qualsiasi altro soggetto (anche banca o società finanziaria)».
Quale sarà l’esito delle proposte di modifica dell’art 10 non è certo, tanto che in caso di mancata abrogazione i piccoli hanno già pronta una richiesta alternativa. «I nostri artigiani», prosegue il direttore Basso, «potrebbero essere disponibili ad accogliere un’altra soluzione: un limite quantitativo all’importo dell’intervento prevedendo lo sconto in fattura solo per interventi complessivi sull’immobile superiori a 100.000 euro».
Scarzanella, visto l’interesse sul tema, ha proposto alle aziende associate presenti in sala di «predisporre un documento da inviare agli associati sulle modalità di presentazione al consumatore della cessione del credito e sconto in fattura per migliorare la comunicazione con il cliente finale e i con progettisti».
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1 commento
Geson
Salve anche se le piccole imprese potrebbero applicare l’ecobonus dopo i 100 mila euro non cambia nulla ugualmente perché cmq allora si ritroverebbero da punto a capo nel senso che se il lavoro fa 105 mila l’impresa piccola che non può fare cessione di credito si troverebbe a dover scegliere tra fare uno sconto di 5000 mila euro impossibile perché cmq il prezzo e tirato alle volte o diversamente far lavorare solo le grosse imprese secondo me devono fare ecobonus per imprese piccole e medie clienti fa il lavoro e l’impresa viene immediatamente pagata da chi di dovere çosi le imprese si solleveranno dalla crisi