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lunedì 15 Dicembre 2025,

Tamponi a tutto il personale di ospedali e case di riposo

Con una diretta via facebook alle 12 di oggi, martedì 17 marzo, il direttore generale dell’Ulss 1 Dolomiti Adriano Rasi Caldogno ha fatto il punto della situazione sull’emergenza Coronavirus.

Tamponi a tutto il personale dell’azienda sanitaria e delle case di riposo e controlli da parte dello Spisal per tutelare tutti e verificare il corretto utilizzo degli strumenti di protezione. Con una diretta via facebook alle 12 di oggi, martedì 17 marzo, il direttore generale dell’Ulss 1 Dolomiti Adriano Rasi Caldogno ha fatto il punto della situazione sull’emergenza Coronavirus. Confermati i numeri già diffusi in queste ore: i casi positivi al tampone sono 109. All’ospedale di Belluno 17 i ricoveri in area non critica, tra Malattie infettive e Pneumologia; 2 sono in terapia intensiva. All’ospedale di Feltre i ricoverati sono 8, tra Area medica e Malattie infettive.

Quattro finora i decessi collegabili al Covid-19 e i casi sono tutti in attesa del responso dell’Istituto Superiore di Sanità. Tre le persone dimesse dal 21 febbraio a oggi. Per quanto riguarda i quattro pazienti in rianimazione, nessuno proviene da unità operative bellunesi, ma giungono dalla provincia di Treviso.

«Tra il personale sanitario della nostra azienda, una trentina è positiva al tampone», ha precisato Rasi Caldogno. «Si tratta di 10 medici, 12 infermieri, 7 Oss e un dipendente di altro profilo. Tutte queste persone sono state poste in quarantena, a domicilio sotto sorveglianza stretta. Via via che esauriranno il periodo di quarantena, e sarà stabilita la negatività al tampone, riprenderanno il servizio».

«Siamo impegnati nell’organizzare una campagna di intensificazione dei tamponi, concentrandoci in particolare sul personale dell’Azienda e delle case di riposo», ha aggiunto. «Per far questo dobbiamo procedere nei tempi più brevi possibili mediante l’acquisizione di nuove attrezzature, strumenti e materiale d’uso, oltre a nuove reagenti. Stiamo potenziando il laboratorio di Belluno, che è il centro di analisi, per la nostra Ulss, dei tamponi Covid-19. Con i tamponi si procederà secondo priorità, prima nelle strutture che sono maggiormente interessante da contatto con pazienti e con utenze in generale».

Da ieri, inoltre, è partita una campagna specifica di controlli da parte dello Spisal, per la tutela deli lavoratori. «L’obiettivo è verificare che vi sia un corretto utilizzo dei Dpi e che le indicazioni di evitare sovraffollamenti e contatti stretti tra dipendenti sia rispettata, a tutela dei lavoratori in primo luogo e in generale della salute pubblica», ha detto ancora Rasi.

L’ospedale San Martino di Belluno è centro riferimento Covid-19 per la provincia. «La struttura avrà quindi posti letto supplementari», ha spiegato Rasi. «I posti in Terapia intensiva sono 9 allo stato attuale; se ne stanno aggiungendo altri 6 specifici e poi si implementerà di 10 posti la Pneumologia e di una quarantina per Malattie infettive. Le dotazioni saranno via via messe a disposizione qualora l’andamento della curva dell’epidemia dovesse imporre un ampliamento dell’offerta. Tutto questo è possibile anche perché sono state ridimensionate in modo significativo sia le attività ambulatoriali che chirurgiche».

«Sul fronte ospedali, stiamo portando avanti una riorganizzazione significativa dell’attività della nostra azienda», ha ricordato il direttore generale. «Sono state sospese tutte le attività non urgenti, non prioritarie. Tutte le prestazioni di natura specialistica sono ferme, tranne quelle urgenti (con urgenza 24 ore) o che richiedono che si intervenga entro 10 giorni. Il resto viene rimandato a tempi migliori e ci auguriamo che, dopo la metà di aprile, si possa riprogrammare l’agenza di tutte le prestazioni».

Ferma una miriade di attività che implicano contatti: dagli uffici per le relazioni con il pubblico al Cup (Centro unico prenotazioni), passando per attività amministrative e consultorie. Le attività ordinarie del Dipartimento prevenzione sono state drasticamente ridotte. Rimangono solo le prestazioni assolutamente urgenti, non dilazionabili e che potranno essere prese in carico previo contatto telefonico o e-mail. «Il Dipartimento di prevenzione attivazione di una decina di sale operative con personale dedicate al contatto telefonico, necessario per gestire i numerosissimi casi di persone in quarantena fiduciaria, perché positivi o perché contatto stretto con persone risultate positive», ha precisato Rasi. «A essere coinvolto è un numero consistente di comuni della nostra provincia e tutti i casi sono presi in carico e monitorati dal Dipartimento di prevenzione, con due telefonate al giorno. In ggenerale, i positivi asintomatici o con sintomi lievi sono 109. Per loro, è sufficiente rimanere a domicilio con una serie di precauzioni».

«Ricordo che è quanto mai importante, in questa fase “clou” dell’epidemia, evitare il più possibile i contatti tra le persone», ha ribadito Rasi, «consentire le attività strattamente necessarie e per questo torniamo al “mantra” di questi giorni, che è “io resto a casa”. Dobbiamo tutti minimizzare le occasioni di contatto con l’esterno: è la via maestra per controllare e contenere il proliferare dell’epidemia. Ricordiamo sempre la necessità di rispettare in modo scrupoloso le norme di igiene personale: le mani, insieme al droplet, sono il veicolo attraverso il quale si propaga il contagio».

Sul fronte residenzialità, «le case di riposo sono state fin da subito individuate come aree sensibili per per evidenti motivi», ha concluso. «Le norme hanno previsto un regime rafforzato, con la sopensione di ogni rapporto con l’esterno. Ora, nelle case di riposo in cui si sono rilevati casi di positivià al virus sono state messe in essere tutte le precauzioni necessarie, con l’isolamento e, dopo l’ndagine epidemiologica, si è passati a una campagna massiccia di tamponi».

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