Il mondo delle case di riposo bellunesi ha giocato d’anticipo rispetto alle normative sul coronavirus, ma il contesto «non ha precedenti». Paolo Santesso, amministratore unico della bellunese Sersa, con Arrigo Boito, direttore delle aziende speciali Asca dell’Agordino e Servizi alla Persona Longarone-Zoldo, in qualità di referenti del Tavolo Residenzialità Anziani del comitato del Distretto 1 (Ulss 1 Dolomiti), riferiscono del meeting che si è svolto lunedì 23 marzo (alcuni tra i referenti dei servizi territoriali dell’Ulss 1 Dolomiti e i direttori dei Centri Servizi anziani del Distretto 1 erano collegati via internet).
Dall’inizio della crisi da Covid -19 è già il quarto appuntamento di confronto tra i soggetti deputati a coordinare e gestire i servizi per le persone anziane, sia nelle strutture residenziali che attraverso la domiciliarità. «Il contesto non ha precedenti» e vede le direzioni delle strutture impegnate in una complicata rincorsa dei continui assestamenti richiesti dall’abbondante produzione normativa di questi giorni. «Dal confronto sono emerse diverse intuizioni già attuate da molte strutture residenziali», scrivono Santesso e Boito, «fra le quali: videochiamate per mantenere il più possibile i rapporti fra residenti e familiari; dotazione di dpi, mascherine chirurgiche e guanti monouso in particolare, al personale anche in assenza di casi di positività accertate; riunioni con i dipendenti finalizzate alla condivisione delle caratteristiche del virus e della necessità di comportamenti prudenti sia al lavoro che nella vita privata; l’adozione dello smart working per chi svolge mansioni amministrative. Tutto questo già a partire dagli ultimi giorni di febbraio, giocando in anticipo rispetto alle previsioni normative poi succedutesi».
Queste iniziative hanno poi preso forma in protocolli operativi che, partendo dalle indicazioni regionali, sono stati integrati con previsioni maggiormente tutelanti, e poi condivisi con il personale. «A questo si aggiunga l’acquisto, in un contesto di assoluta mancanza per l’intero territorio europeo, di mascherine ffp2 in quantità importanti che, salvo soprese alle dogane, dovrebbero arrivare dalla prossima settimana. Proprio per garantire la massima sicurezza della fornitura, ci si è affidati a più di un rivenditore. Tali acquisti si sono resi possibili grazie alla collaborazione fra le direzioni, andando a scovare canali non abituali per forniture di dispositivi di protezione che non fanno parte della dotazione normale dei Centri Servizi».
«Il confronto con l’Ulss 1, della quale si sottolinea la costante disponibilità, ha portato come risultati tangibili le procedure di tampone per gli utenti ricoverati presso gli ospedali, o domiciliati, prima dell’ingresso in struttura, dove comunque vengono isolati per alcuni giorni al fine di prevenire possibili fonti di contagio. Il prossimo obiettivo comune dovrebbe essere, secondo le recenti indicazioni dalla Regione, lo screening completo di tutti i dipendenti dei Centri Servizi; il limite è rappresentato, al momento, dalle capacità dei laboratori di analisi, comunque in aumento in questi giorni».
In particolare nella riunione di lunedì l’Ulss ha annunciato la creazione di un gruppo di lavoro ad hoc con personale dell’Ufficio Igiene/Sanità Pubblica e del Distretto, dedicato al supporto dei Centri Servizi sia in fase di prevenzione che di eventuale contrasto alla diffusione del contagio, ove si dovesse generare. È stata data rassicurazione anche sulla copertura di Dpi per il personale delle case di riposo in presenza di condizioni di particolare rilievo, come già sta accadendo nei Centri Servizi interessati. Tenuto comunque conto che allo stato attuale l’indicazione è di trasferire in ospedale i casi che necessitano di particolari cure.
Tutti i partecipanti hanno espresso «preoccupazione e un certo rammarico per gli accenti con cui si è dato risalto nella stampa degli ultimi giorni ai casi di positività riscontrati in alcuni Centri Servizi. Con particolare riferimento alla vicenda della casa di riposo di Puos d’Alpago, al cui personale e ai cui ospiti va un solidale pensiero di vicinanza, sono state semplificate in poche dichiarazioni dal tono apparentemente incontestabile vicende che avrebbero bisogno di ben altri chiarimenti per essere rappresentate nella loro piena correttezza. Senza negare lo stato di attenzione del momento», si legge nella nota, «le dichiarazioni sensazionalistiche non appaiono oggi rispettose né dell’apprensione dei familiari, che da settimane non possono verificare personalmente l’andamento delle cure fornite ai loro cari, né del senso di responsabilità del personale che si presenta in servizio accollandosi generosamente oltre ai compiti che gli sono affidati per mansione, anche quel contributo di affetto che l’assenza dei primi andrebbe a creare».
Al Tavolo Residenzialità Anziani siedono: Azienda Speciale Servizi alla persona – Cortina d’Ampezzo; Società Kcs Caregiver Cooperativa Sociale per il Centro Socio Sanitario del Cadore; Associazione Casa di Soggiorno – Taibon Agordino; Azienda Speciale Servizi alla Persona Fodom Servizi; Casa di Soggiorno Villa “don Gino Ceccon” – frazione Santa Croce del Lago; Le Valli soc. coop. Sociale per la Casa di Riposo Alpina “Dolomiti”; Centro Servizi Socio Assistenziali dell’Alpago; Residenza per Anziani “Beata Gaetana Sterni” di Auronzo di Cadore; Fondazione Casa del Sole, Ponte nelle Alpi; Limana servizi srl; Unione Montana Comelico; Servizi alla persona Longarone Zoldo a.s.c.; Azienda Speciale Consortile Agordina; Ser.S.A. srl Belluno.
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1 commento
Gian Claudio
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