«Al problema economico si aggiungerà un’emergenza ambientale». Ne è convinto e non nasconde la sua preoccupazione il sindaco di Seren del Grappa Dario Scopel, che sul tema della filiera forestale, bloccata dal decreto del 22 marzo del presidente del Consiglio, ha scritto ai ministri dello Sviluppo economico, delle Politiche agricole e delle Autonomie. Lo ha fatto facendo proprie le richieste del Coordinamento nazionale delle Imprese boschive, dell’Uncem e dell’Associazione italiana Energie Agroforestali, per sottolineare che i tempi sono strettissimi e i piani di taglio e distribuzione non potranno essere rispettati se lo stop in atto dovesse prolungarsi ancora, mettendo così a repentaglio l’intera stagione produttiva. E questo non solo per quanto riguarda la produzione di legna da ardere, ma anche per il legno cippato destinato alle caldaie, alle reti di teleriscaldamento o di cogenerazione e per l’approvvigionamento delle filiere degli imballaggi in legno, fondamentali per molti altri settori compresi quello alimentare e farmaceutico.
«C’è un comparto del settore primario, particolarmente rilevante per l’economia della montagna e delle nostre comunità locali, che a seguito dell’emergenza Coronavirus rischia di vedere compromessa un’intera stagione, e non solo», sottolineano i rappresentanti del Coordinamento nazionale delle Imprese Boschive. «È quello delle imprese forestali, completamente bloccato dal Dpcm dello scorso 22 marzo, proprio in un momento cruciale dell’anno. Nei comuni montani la legna da ardere è un bene primario che deve essere garantito in programmazione del prossimo autunno, tenendo conto che il ciclo produttivo dura alcuni mesi (dal taglio delle piante all’esbosco dei prodotti, fino al trasporto, all’essiccazione e alla consegna). Qualcuno sembra dimenticarsi che la legna da ardere, che per molte nostre famiglie rappresenta la fonte principale per il riscaldamento domestico, deve essere essiccata ed è il periodo primaverile quello ottimale per le consegne alle famiglie in prospettiva del prossimo inverno».
«C’è però purtroppo molto di più», aggiunge Scopel. «Nei nostri boschi noi siamo ancora alle prese con i drammatici effetti della tempesta Vaia. I programmi di recupero degli schianti sono stati completati solo parzialmente e il materiale a terra è ancora moltissimo. Se dovessimo perdere altro tempo, è molto probabile che la situazione degeneri rapidamente anche sul piano della diffusone di alcuni parassiti come il bostrico, con ulteriori gravissimi danni anche alle piante ancora in vita. Al pregiudizio economico per le imprese del settore e per le casse comunali si aggiungerebbe a questo punto anche un grave danno sul piano ambientale e botanico. Chiedo ai ministri competenti di intervenire immediatamente per sbloccare la situazione e rendere le imprese del settore forestale nuovamente operative, così come accade per le “gemelle” del comparto agricolo. Lo scenario che si va prospettando a breve termine è drammatico, con gravi conseguenze – come è facile intuire – anche sul piano turistico». Martina Reolon
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