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sabato 23 Novembre 2024,

Cinghiali, Coldiretti: «Migliaia di euro i danni in agricoltura e centinaia gli incidenti»

Intanto l'associazione bellunese sta lavorando con la Provincia per trovare una soluzione su controlli e prelievi durante l'emergenza Coronavirus.

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Un vero e proprio incubo per gli agricoltori, ma anche per gli allevatori, visti i danni creati ai pascoli. Parliamo del cinghiale, la cui presenza sta avendo un pensante impatto sull’ecosistema bellunese. L’allarme è lanciato ancora una volta dalla Coldiretti. La situazione in queste settimane è andata peggiorando a causa dell’epidemia Coronavirus. I cacciatori abilitati al controllo (controllori) del cinghiale non hanno la possibilità di effettuarlo in quanto la Provincia di Belluno lo ha sospeso prima fino al 3 aprile e poi fino al 13. Sembra però esserci qualche spiraglio. «Abbiamo scritto alla Provincia di Belluno evidenziando il problema», sottolinea Alessandro De Rocco, presidente provinciale Coldiretti, «e devo dire che proprio in queste ore, grazie ad una stretta sinergia tra le parti, arriveremo a una soluzione del problema garantendo nel contempo l’osservanza del Dpcm e la sicurezza degli operatori. Ringrazio il presidente Padrin e tutti i consiglieri per l’attenzione prestata al mondo agricolo».

Considerando il territorio del Veneto, la popolazione di cinghiali ha superato da tempo le 10 mila unità. Dalla Coldiretti fanno sapere che agli agricoltori ogni anno vengono liquidati 300 mila euro a fronte di un danno il cui valore è tre volte tanto. Alla somma stimata da Coldiretti Veneto vanno aggiunte le perdite alle coltivazioni nelle aree protette, in particolare nel Parco dei Colli Euganei, dove la devastazione è maggiore in quanto interessa colture specializzate come i vigneti doc.

Ma gli effetti disastrosi si registrano anche sulle Prealpi Bellunesi e trevigiane, sul Monte Grappa e la Valbelluna, dove le colture vengono devastate e il sistema geologico completamente danneggiato. Soprattutto nella sinistra Piave, e in particolare nel comune di Borgo Valbelluna, i cinghiali hanno devastato prati e pascoli, con danni irreparabili anche in siti di interesse comunitario.

«In un contesto di desolazione generale legato all’emergenza sanitaria sembrano montati ad hoc i filmati sui social che riguardano interi branchi a spasso per i centri abitati e nelle campagne», scrive Coldiretti. «I piani di controllo sono stati sospesi per i cacciatori mentre solo guardie provinciali seguono le catture con i chiusini non potendosi muovere sul territorio. La situazione veneta rispecchia quella generale rilevata in tutta Italia da Nord a Sud, dove si contano oltre due milioni di esemplari avvistati nelle grandi città. A differenza di quanto accade per le scimmie in Thailandia, i caproni selvatici nel Galles e i cervi in Giappone, in Italia a rischio non ci sono solo i raccolti resi più preziosi in questo momento dalla necessità di assicurare adeguate forniture alimentari con l’emergenza Coronavirus, ma anche la sicurezza dei cittadini che in alcuni territori sono assediati dagli animali selvatici sull’uscio di casa. Una situazione aggravata dal fatto che, con l’emergenza coronavirus, spesso sono stati sospesi i servizi di contenimento e i selezionatori, chiusi gli ambiti territoriali di caccia e la polizia provinciale impegnata nei controlli stradali per la quarantena».

Ma il problema non sono soltanto i danni alle coltivazioni. Ci sono anche gli incidenti stradali causati da animali selvatici. «Oltre otto italiani su 10 (81%) – secondo l’indagine Coldiretti/Ixè – pensano che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero», aggiunge l’associazione. «Il 69% degli italiani ritiene che siano troppo numerosi mentre c’è addirittura un 58% che li considera una vera e propria minaccia per la popolazione, oltre che un serio problema per le coltivazioni e per l’equilibrio ambientale come pensa il 75% degli intervistati che si sono formati un’opinione. Il risultato è che oltre sei italiani su 10 (62%) ne hanno una reale paura e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata dai cinghiali». Martina Reolon

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