È mancato la notte scorsa, probabilmente colto da infarto, don Gabriele Bernardi, parroco di Selva, Pescul e Colle Santa Lucia. Aveva 72 anni.
Nato a Loria (Treviso) il 2 ottobre 1948, era stato ordinato presbitero a Limana il 26 luglio 1975. In seguito è stato cappellano a Longarone e a Limana. Il suo servizio pastorale è poi continuato come parroco ad Arabba e quindi a Cencenighe e San Tomaso Agordino. Dal 1998 al 2010 ha operato a Gerusalemme nel particolare servizio di accoglienza dei pellegrini presso il Santo Sepolcro. Dopo la tragica scomparsa di don Francesco Cassol, nella notte tra il 21 e il 22 agosto 2010, è rientrato in diocesi di Belluno-Feltre per diventare parroco di Longarone, Igne, Fortogna e Ospitale di Cadore: era il dicembre 2010. Nell’autunno del 2018, d’intesa con il vescovo Renato, ha assunto la guida delle tre parrocchie dell’Alto Agordino.
La sua ricca personalità, la sua fervida e focosa predicazione, la sua passione pastorale lasciano un vuoto immenso non solo nelle comunità che attualmente serviva, ma in tutta la comunità diocesana.
Nel dicembre 2010 mons. Pierbattista Pizzaballa, allora custode di Terra Santa e ora Amministratore Apostolico di Gerusalemme, ha scritto al vescovo Giuseppe Andrich una lettera in cui ha testimoniato come a sua memoria nessuno avesse mai amato tanto il Santo Sepolcro come don Gabriele.
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5 commenti
michele talo
Perdo un amico e una guida, sempre convinto e unico testimone
Giovanna Pirolo
Mi spiace moltissimo. Seguivo le sue riflessioni su Le nuove del Pais.
E ora? La mia preghiera è per lui, e per Le comunità di Selva, Colle e Santa Fosca, con grande affetto
Carmela
Carissimo don Gabriele, innamorato di Dio, mi dispiace non saperti più qui in terra. Riposa ora con il tuo Signore che sempre e tanto hai cercato e amato.
Rita Marogna
Concordo e confermo tutto quello che avete scritto di don Gabriele ad esclusione dell’ inciso che segue ” nell’ autunno 2018, d’ intesa con il vescovo Renato , ha assunto la guida delle tre parrocchie dell’ alto agordino “. Diciamo che piu che in accordo fu una imposizione ad un sacerdote che, pur sofferente e che non avrebbe dovuto essere collocato a certe altitudini, ha comunque detto ” obbedisco”. Dico quindi che chi conosceva la sua situazione avrebbe dovuto, invece, da buon padre di famiglia, ripensare a questo cambio. Una morte annunciata e prevedibile. Ed ora lo si piange.
Donatella
Non è giusto giudicare ciò che intercorre tra vescovo e sacerdote in quanto sono rapporti di stima e fiducia. Non possiamo pensare al male giacché entrambi condividono l’impegno per il grande disegno di Dio.