«Il problema degli afflussi spropositati su alcuni passi dolomitici è noto da tempo. Ben venga quindi che con un gioco di squadra con Regione, Province autonome e Comuni interessati si monitori la situazione del gruppo del Sella. Come Provincia di Belluno dovremo lavorare per estendere le buone pratiche a tutti i passi dolomitici, fermo restando che la sostenibilità non può essere solo ambientale, ma deve tener conto anche le comunità locali e il loro sviluppo economico». È quanto afferma il consigliere provinciale Fabio Luchetta (delegato alle infrastrutture) relativamente alla proposta di protocollo d’intesa interregionale e interprovinciale di salvaguardia dei quattro passi del gruppo del Sella.
Il documento prevede una serie di azioni, volte alla costruzione di un sistema integrato di mobilità, con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento acustico e atmosferico. Inoltre, tra le attività previste c’è anche il monitoraggio e la raccolta di dati tecnici per l’analisi del traffico e la predisposizione di modelli utili a costruire nuove proposte di trasporto pubblico, interscambio di mezzi, parcheggi e ciclabili.
«Proprio per questo la Provincia ritiene corretto portare la proposta al vaglio del consiglio provinciale», spiega il consigliere Luchetta. «Al di là del caso del Sella, che mette insieme le comunità di tre province, vogliamo capire se il modello può funzionare ed essere eventualmente esteso a tutti gli altri passi dolomitici che insistono sul nostro territorio. La conservazione del paesaggio, in luoghi di pregio quali sono i nostri passi, è un requisito fondamentale. E se il modello del Sella funziona, potrà essere replicato. Prima, però, vogliamo capire le ricadute».
«I passi dolomitici vanno preservati, ma non chiusi», aggiunge Dario Scopel, consigliere provinciale delegato alla mobilità. «Sono vie di comunicazione irrinunciabili per le comunità locali e per le attività economiche in quota: chi lavora nelle attività situate sui passi non può essere trascurato. Per questo sarà fondamentale studiare insieme alle altre Province i modelli più funzionali di mobilità integrata, analizzando nel dettaglio le possibili ricadute. Non potremo accettare soluzioni che in qualche modo dovessero portare svantaggi al Bellunese».
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