Quattro associazioni ambientalistiche, Lipu, Italia Nostra, Mountain Wilderness e Wwf, hanno depositato un ricorso contro il collegamento sciistico Padola – Passo Monte Croce Comelico, approvato il 4 giugno dalla commissione regionale Vas del Veneto «nonostante le forti incidenze negative sulla Val Grande, ampiamento argomentate nei pareri e la dubbia efficacia delle misure di mitigazione proposte». Nella nota alla stampa i quattro ricorrenti sottolineano che i collegamenti interessano aree Natura 2000. Si va a toccare anche la zona buffer Dolomiti Unesco. «I collegamenti comportano importanti criticità ambientali, quali la frammentazione di habitat e specie, la perdita di biodiversità, il disturbo della quiete invernale e il forte sfruttamento delle risorse idriche».
«Le associazioni ambientaliste Italia Nostra, Mountain Wilderness, Lipu e Wwf hanno impugnato dinanzi al Tar del Veneto le delibere del Comune di Comelico Superiore con cui sono state approvate le varianti relative ai predetti interventi progettuali ed i sottesi pareri (Vas e Vinca) della Regione Veneto», comunicano i ricorrenti, «denunciando che il comune di Comelico Superiore ha inteso procedere con il collegamento sciistico nonostante l’impatto fortemente negativo sull’ambiente in alcune aree protette dalla rete Natura 2000 e patrimonio Unesco. Il fatto che per il collegamento sciistico siano già stati stanziati 26 milioni di euro, provenienti dal Fondo dei Comuni Confinanti (con la Provincia autonoma di Bolzano) rende ancora più grave la situazione, perché consolida un modo di procedere, secondo il quale prima si stanziano dei contributi pubblici e solo successivamente si fanno le verifiche ambientali, indispensabili ed obbligatorie, che dovrebbero al contrario esserne il presupposto».
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