Il Veneto sfonda tre soglie in questi giorni: l’incidenza dei contagi di sars-cov2 con oggi, giovedì 16 dicembre, va sopra il valore di 500 (501 per la precisione; Belluno scavalca di colpo incidenza 300 e raggiunge quota 333, ma continua a restare parecchio sotto la media regionale); i posti letto occupati in terapia intensiva oggi sono il 15% del totale (ma comunque il totale dei letti veneti disponibili non è attivabile, lo ha ammesso anche Zaia, perché non c’è neanche lontanamente il personale sufficiente per far funzionare la dotazione intera); i posti letto occupati in area medica oggi sono il 14,3% del totale e la soglia critica per il cambio di colore, 15%, con ogni probabilità sarà superata domani.

Ricapitoliamo, con un occhio ai parametri di legge: per passare da “zona bianca” (in cui ancora il Veneto si trova) a “zona gialla” basta aver superato incidenza 50: siamo a 501. Ma bisogna anche aver superato il 10% dei posti occupati in terapia intensiva: siamo al 15%. E bisogna aver superato il 15% dei letti non di terapia intensiva (area medica): siamo al 14,3%.

Pur con l’incidenza altissima e con la soglia delle terapie intensive superata già a fine novembre, sono stati i molti letti in area medica a mantenere il Veneto “in bianco”. Il fatto è che adesso si rischia di finire in poco tempo in “zona arancio”, perché: 1) la soglia di incidenza 150 è superata da metà novembre; 2) il 20% dell’occupazione delle terapie intensive non è lontano (anzi: sarebbe già superato, se considerassimo i letti effettivamente attivi e attivabili, non quelli teorici) e 3) con questa progressione non ci metteremo molto a superare il 30% in area medica. In “zona arancio” le limitazioni sarebbero ben più marcate che in “zona gialla” ma attenzione: la “zona rossa” del tutto-chiuso sarebbe appena più in là: 30% di terapie intensive occupate e 40% delle aree mediche occupate.
Il calcolo dell’Amico del Popolo viene eseguito sulla base dei dati contenuti nel report quotidiano delle ore 8 diffuso da Azienda Zero, non consolidati. L’incidenza rapporta i nuovi casi testati di sars-cov-2 nell’arco di una settimana su 100 mila abitanti.
Luigi Guglielmi
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2 commenti
Giuseppe
Dai dati evocati il comune cittadino può pensare che la situazione sanitaria sia grave e che i pubblici amministratori non te la raccontino giusta, per il solo fatto di non creare allarmismo sociale.
Piero
O l’esatto opposto, raccontarla esagerata per creare allarmismo sociale.