Anche per un settore non particolarmente energivoro come quello dell’occhialeria, in cui i costi per l’energia si sono sempre attestati mediamente nei limiti del 5% del totale, gli attuali livelli dei prezzi stanno diventando di difficile gestione. Il rincaro dei costi dell’energia e delle materie prime, che già nel 2021 si era ripercosso sui costi di produzione, a seguito della guerra in Ucraina ha imboccato un trend vertiginoso che ha innescato una crisi globale che indubbiamente incide pesantemente sui bilanci delle imprese.
Inoltre, il costo crescente dell’energia ha contribuito a portare l’inflazione ai suoi massimi storici da decenni riportando in primo piano anche seri problemi su redditi e potere d’acquisto delle famiglie.
«Questa crisi che non è più solo energetica, ma è ormai globale, ci ha fatto ripiombare nuovamente nell’incertezza e sta mettendo a dura prova tutto il nostro settore. In particolare, è a rischio quella ripresa che con tanta fatica abbiamo riagganciato dopo due anni di pandemia», afferma Giovanni Vitaloni, il presidente di Anfao, l’Associazione che riunisce i fabbricanti di articoli ottici a livello nazionale.
L’occhialeria bellunese e italiana, grazie alla sua forte propensione internazionale, è stata tra i settori che meglio hanno saputo reagire nel 2021, riportando i suoi valori ai livelli pre-covid (la produzione dell’occhialeria italiana, 848 aziende a livello nazionale per 18.000 addetti, nel 2021 è stata di 4,17 miliardi di euro, in crescita del 4,5% rispetto al 2019).
L’aumento delle bollette e dei costi di gestione a livelli non più sostenibili, senza nuove e ulteriori misure di contrasto e sostegno, potrebbe mettere seriamente a rischio la prosecuzione dell’attività di tantissime imprese del settore nei prossimi mesi, soprattutto le piccole e medie imprese, meno strutturate e meno preparate ad assorbire nuovi rincari di materie prime, trasporti, logistica e imballaggi, solo per citare le voci più rilevanti.
«È chiaro come a medio-lungo termine servano interventi strutturali mirati a una maggiore autosufficienza energetica dell’Italia e dell’Europa e una revisione del meccanismo di definizione del prezzo del gas – sostiene il presidente Vitaloni – tuttavia, nel brevissimo sono imprescindibili misure di sostegno contingenti che aiutino concretamente le imprese e le famiglie a far fronte a questa situazione. Il nostro appello alle Istituzioni e al Governo è quello di un intervento immediato perché ogni ritardo potrebbe mettere a repentaglio posti di lavoro e addirittura la prosecuzione dell’attività di diverse nostre piccole e medie imprese».
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