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lunedì 15 Dicembre 2025,

Deflusso ecologico, la Provincia chiede di estendere la deroga legata alla sperimentazione Enel

Scattano dall’inizio del 2023 i nuovi obblighi di rilascio dell’acqua di torrenti e fiumi previsti dalla normativa statale.

«Dal 1° gennaio 2023 la maggior parte dei prelievi idrici non solo per scopi idroelettrici, dovrà tener conto del cosiddetto deflusso ecologico. Gli obblighi di rilascio del deflusso ecologico sono normati da un decreto direttoriale del Ministero dell’Ambiente conseguente all’apertura di una procedura di infrazione per l’Italia da parte della Commissione Europea». Lo spiega il consigliere provinciale delegato all’ambiente, Simone Deola, a seguito dei dubbi emersi da una parte dei gestori di centraline idroelettriche del Bellunese, preoccupati di dover ridurre in maniera drastica la produzione di energia.

La preoccupazione nasce da una lettera inviata dalla Provincia ai gestori delle derivazioni che hanno effetti significativi sui corpi idrici da cui prelevano – quindi non tutti – ancora nel mese di luglio. La missiva sottolineava le prossime scadenze e ricordava la necessità di presentare un progetto di adeguamento delle opere di presa esistenti, ipotesi già contemplata peraltro nelle concessioni vigenti.

«La crisi energetica in corso ha catalizzato l’attenzione su un tema che per il territorio bellunese è quanto mai sentito: da noi la produzione idroelettrica è assolutamente fondamentale – peraltro a livello regionale e nazionale – e lo dimostra la quantità di impianti. Il fatto che il deflusso ecologico possa comportare minore produzione elettrica – cosa tutta da dimostrare, al momento – può provocare legittime preoccupazioni», sottolinea il consigliere Deola. «Proprio per questo la Provincia ha chiesto di estendere a tutte le derivazioni riconducibili alla sperimentazione Enel in atto la temporanea sospensione degli obblighi di adeguamento al deflusso ecologico, in attesa che sia testato in campo il metodo di calcolo del deflusso introdotto dall’Autorità di distretto idrografico Alpi orientali cui spetta la declinazione del decreto ministeriale. Sperimentazione che consente di agire in deroga sul termine del 1° gennaio 2023 e che oggi interessa solo gli impianti Enel. L’allargamento degli effetti della sperimentazione consentirebbe una dilatazione temporale utile soprattutto alle piccole centraline di proprietà dei Comuni, qualora interessate dal deflusso ecologico, che sappiamo essere importanti per i bilanci municipali e per i servizi alle comunità locali. Una sperimentazione eseguita correttamente, validata dagli organi competenti, permette anche di migliorare le conoscenze sulle esigenze dei nostri corpi idrici».

I gestori di impianti idroelettrici avevano chiesto tempo fa una moratoria rispetto al termine del 1° gennaio 2023. La crisi energetica potrebbe accelerare una decisione in tal senso. «Decisione che – va bene sottolinearlo – dipende dal Ministero e dalla Comunità Europea che non esita a comminare pesanti sanzioni», conclude il consigliere Deola. «La Provincia ha inviato la lettera ai gestori solo come una sorta di scadenzario».

«L’adeguamento al rilascio del deflusso ecologico, che ci vede favorevoli come Amministrazione per la tutela della qualità dei nostri corpi idrici», aggiunge il presidente della Provincia, Roberto Padrin, «è materia derivante da normativa europea e statale, da una serie di provvedimenti che a cascata arrivano fino al decreto n. 30/STA del 13 febbraio 2017, con cui la Direzione generale per la salvaguardia del territorio e delle acque ha emanato le linee guida per l’aggiornamento dei metodi di determinazione del deflusso minimo vitale, con l’obiettivo di assicurare che la quantificazione operativa avvenga coerentemente con l’esigenza di garantire nei corsi d’acqua il deflusso ecologico a sostegno del raggiungimento degli obiettivi di qualità ai sensi della Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE».
«Legata a questa tematica – conclude Padrin – è anche la necessità di maggiore attenzione da parte dei consorzi irrigui, con investimenti sulla rete, per limitare i prelievi a monte e preservare la qualità oltre che la quantità della risorsa acqua».

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