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lunedì 15 Dicembre 2025,

Il camoscio sul Grappa come sentinella del clima che cambia

Avviato uno studio con la collaborazione tra Provincia, Regione, Università di Sassari. Saranno radiocollarati trenta esemplari

Un nuovo studio sui camosci del Monte Grappa è stato avviato per monitorare e analizzare i cambiamenti di comportamento di questa popolazione di ungulati in risposta all’aumento delle temperature e alla presenza del lupo sul territorio bellunese. La ricerca è finanziata dal Pnrr e guidata dal professor Marco Apollonio dell’Università di Sassari, in collaborazione con la Provincia di Belluno, la Regione e il Centro nazionale per la biodiversità.

Il Monte Grappa ha una lunga storia di presenza del camoscio, con attestazioni che risalgono al 1500. Durante la Prima guerra mondiale, tuttavia, la popolazione di camosci si estinse a causa dei combattimenti o, presumibilmente, a causa della caccia effettuata dai soldati per ottenere cibo fresco. Negli anni ’90, grazie a un progetto della Provincia di Belluno in collaborazione con le riserve alpine di caccia di Feltre e Cortina, il camoscio fu reintrodotto sul Grappa. Dopo aver prelevato otto esemplari dalla zona tra il Falzarego e il Valparola e venti esemplari dal Parco delle Alpi marittime, il camoscio tornò a popolare il Monte Grappa, raggiungendo oggi diverse centinaia di individui.

La ricerca condotta dal professor Apollonio e dal suo team si propone di valutare l’impatto del cambiamento climatico sui camosci del Grappa. Secondo Apollonio, il cambiamento climatico agisce a una velocità tale da rendere difficile per gli animali adattarsi, con conseguente diminuzione delle popolazioni alpine di camosci. Inoltre, gli esemplari giovani risultano sempre più deboli e il rapporto tra giovani e adulti è in costante diminuzione. Tuttavia, alcune popolazioni di camosci a quote più basse sembrano mostrare una maggiore resistenza e salute, suggerendo che il bosco possa fungere da rifugio e mitigare gli effetti dell’aumento delle temperature.

Il Grappa rappresenta un ambiente ideale per studiare i camosci, in quanto ha un’altitudine relativamente bassa e un’ampia copertura boschiva. Lo studio prenderà in considerazione fattori come la temperatura e l’umidità per monitorare gli spostamenti e i comportamenti dei camosci. Saranno radiocollarati circa trenta esemplari suddivisi per fasce d’età e di sesso, consentendo di tracciare i loro movimenti nel tempo. La presenza dei lupi sul Grappa rende la ricerca particolarmente significativa, poiché il lupo è il predatore naturale del camoscio.

Il progetto avrà una durata di tre anni e seguirà i movimenti di trenta camosci e cinque lupi. L’obiettivo è dimostrare che la presenza del bosco mitiga gli effetti del cambiamento climatico sugli ungulati, esaminando se la popolazione di camosci aumenta o diminuisce, se si sposta in relazione alla presenza del lupo e se gli esemplari giovani sono in salute.

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