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lunedì 24 Febbraio 2025,

Villaggio a Borca: «Tutto si può spostare, tranne le date delle Olimpiadi» ►FOTO GALLERY

Un particolare dell'interno della Colonia, nell'ex Villaggio Eni di Borca di Cadore. Gualtiero Cualbu in collegamento con i giornalisti bellunesi

«Tutto si può spostare, tranne le date delle Olimpiadi». Parole dell’ingegnere Cualbu. Che però non ci crede neanche un po’ che il Villaggio Olimpico di Milano Cortina 2026 possa essere collocato a Borca di Cadore invece che a Fiames. «Non: temo. Io sono sicuro che non si farà qui!», a Borca. «Apprezzo gli sforzi, ma con pragmatismo vedo difficile un cambio di orientamento. I tempi sono troppo stretti». Anche se, appunto, volendo volendo «tutto si può spostare». Avanti sereni con Fiames, dunque? «Voglio vederlo finito il villaggio delle Olimpiadi a Fiames e voglio vedere quanto costerà, visto il poco tempo che c’è!». Poco tempo, di solito, significa costi più alti (oltre al rischio di non farcela).

Gualtiero Cualbu in collegamento da Cagliari.

Cualbu stamattina, giovedì 29 giugno, ha parlato con i giornalisti bellunesi dalla sua Cagliari. Gualtiero Cualbu è l’amministratore unico del gruppo Cualbu. E al gruppo Cualbu fa capo Minoter, holding specializzata «in operazioni ad elevata complessità», quella che nei primi anni Duemila rilevò l’ex Villaggio Eni di Borca di Cadore, il villaggio voluto da Enrico Mattei, progettato da Edoardo Gellner, con la chiesa disegnata da Carlo Scarpa. Nomi uno più importante dell’altro. Nell’insieme, un gioiello dell’architettura italiana, espressione della potenza e della lungimiranza di Eni. All’avanguardia ancora oggi. Con l’immensa cubatura della Colonia in attesa di essere destinata, da decenni, a nuove funzioni. Lì, nella Colonia soprattutto, si potrebbe (o si sarebbe potuto?) ospitare il Villaggio Olimpico, previsto prima a Fiames, poi a Cimabanche, poi a Campo, poi di nuovo a Fiames. Perché nessuna delle sedi ampezzane convince del tutto. E anche perché se si ragiona su Fiames si ragiona su una cosa da costruire e poi tirare via del tutto: 39 milioni di euro. Altro che eredità sul territorio. Altro che lascito. Altro che legacy. Sistemare definitivamente l’ex Villaggio Eni di Mattei, anche realizzando le nuove cubature secondo i progetti incompiuti di Gellner (già consentiti dalla Soprintendenza) costerebbe 40-50 milioni. Soldi pubblici su una struttura privata? Si può, perché Cualbu accetterebbe un vincolo di destinazione, magari per l’edilizia convenzionata, magari per dare alloggio ai professionisti che potrebbero venire a lavorare in zona ma una casa in affitto a Cortina se la possono sognare.

IN SINTESI:
1. L’ingegnere Gualtiero Cualbu, amministratore unico del gruppo Cualbu, non crede che il Villaggio Olimpico di Milano Cortina 2026 possa essere collocato a Borca di Cadore invece che a Fiames. Ritiene che il cambio di orientamento sia difficile da realizzare dato che i tempi sono stretti.
2. Cualbu sostiene che l’ex Villaggio Eni di Borca di Cadore, di cui è proprietario, sarebbe un’ottima sede per il Villaggio Olimpico. Tuttavia, la realizzazione delle infrastrutture necessarie richiederebbe tempo e sarebbe necessario investire tra i 40 e i 50 milioni di euro per sistemare definitivamente l’area.
3. Cualbu è comunque impegnato a preservare e valorizzare l’ex Villaggio Eni di Borca di Cadore, voluto da Enrico Mattei. Sta cercando un accordo con Cassa Depositi e Prestiti per riutilizzare la struttura e si augura che possa essere coinvolta anche nelle Olimpiadi.

«Ho assistito a tante discussioni sul Villaggio, nei mesi scorsi. Abbiamo parlato con il Comune di Borca, abbiamo discusso con la Provincia, con altri soggetti. Se n’era parlato anche decenni fa, in occasione di una precedente candidatura di Cortina per altre Olimpiadi. Sede ottimale? Direi di no, ma comunque rispettosa dei numeri che ci avevano dato». E non si dicano falsità: «Voglio sottolineare che per il villaggio non ci sono rischi di natura idrogeologica, c’è un vincolo ma dovrà essere attenuato visti i lavori recenti eseguiti dalla Provincia di Belluno». Cualbu non si fa illusioni, anzi, e non ne vuole generare assolutamente. Però c’è spazio per un pizzico di sarcasmo: «Auspico che il villaggio decidano di farlo! I tempi non saranno brevi per costruirlo, perché a Fiames non ci sono infrastrutture adeguate, al momento. Mi sorprende che si siano persi quattro anni: ricordo che è di quattro anni fa la decisione delle Olimpiadi a Cortina».

Quando si dice che a volte la gente da fuori sembra appassionarsi più di noi bellunesi alle cose “nostre”, probabilmente è giusto pensare anche ai Cualbu. «Noi da tanti anni siamo lì, abbiamo mantenuto in efficienza la Colonia, abbiamo evitato che si degradasse, e così il campeggio, l’albergo che adesso abbiamo ripreso in gestione direttamente noi. Per l’Olimpiade cerchiamo comunque di pensare a iniziative che aiutino a tenere viva l’attenzione pubblica su questo luogo e su chi lo volle così: Mattei, Gellner, Scarpa. Non c’è nulla, nessun altro asset del genere, così straordinario, nelle Dolomiti. Noi, la mia famiglia, abbiamo fatto sì che non si depauperasse niente. E questo anche grazie alla collaborazione con Dolomiti Contemporanee, che noi sosteniamo anche economicamente: lo staff di Gianluca D’Incà Levis, per dire, ha catalogato 40.000 lettere e scambi di bambini che andavano in colonia lì, figli di dipendenti dell’Eni, oggi sono adulti».

L’obiettivo è che quella colonia venga riutilizzata. «Ci stiamo provando con Cassa Depositi e Prestiti. Con loro o con un altro soggetto noi speriamo di riuscirci. Poi che venga usata anche per le Olimpiadi… vediamo, speriamo. L’università lì dentro? La vedo difficile, la macchina dell’università è complessa, però hanno mostrato disponibilità. Certo, ci sentiamo abbastanza soli, anche se il Comune e la Provincia sono sempre al nostro fianco. Ci ha fatto piacere che Confindustria Belluno Dolomiti, pochi giorni fa, per voce della presidente Lorraine Berton si sia espressa in maniera netta e chiara a favore della sede del Villaggio olimpico a Borca». Ma ribadisce: «Bisogna capire che ormai la scelta è fatta. Si tratta di capire se riusciamo a realizzare qualcosa di simile. C’è progetto preliminare firmato da Gellner che non ha problemi di Soprintendenza, si può ampliare». Per fortuna «tutti i progetti, tutti i disegni sono tutti conservati, sono allo Iuav di Venezia», la facoltà di Architettura.

I sindacati intanto raccolgono firme. Una petizione è su Change.org: si scelga Borca per il Villaggio Olimpico, non Fiames.

Per chi ama la storia, è preziosa la testimonianza di Gualtiero Cualbu: «Nella testa di Mattei – mi diceva Gellner – quel villaggio doveva diventare un centro di ricerche per l’Eni, una volta che non fosse più stato usato per i bambini, perché non è che Mattei non ci pensasse. Proprio per questo già allora il villaggio era stato cablato! È tutto cablato. Perché Mattei aveva visto i computer negli Stati Uniti e aveva capito che bisognava portarli anche a Borca, una volta che il Villaggio avesse cambiato destinazione. E così aveva fatto predisporre da subito la cablatura. Pensate che nell’edificio si circolava solo con vetture elettriche, c’era la zona di ricarica, 3,5 chilometri di percorso interno interamente riservato solo alle vetture elettriche. Mattei ragionava così. Gellner e Scarpa come lui. E oggi, nel 2023, a Borca non è ancora arrivata la fibra ottica per internet». Anche l’architetto svizzero Mario Botta, Botta l'”archistar”, è passato per Borca e lo ha visitato. «Mi ha detto», racconta Cualbu, «che né lui né gli altri archistar sarebbero capaci di concepire una cosa così straordinaria». Mattei morì il 27 ottobre 1962, il suo aereo precipitò e non diciamo come e questa è comunque tutta un’altra storia, ma c’entra con la fine del Villaggio, del suo sviluppo, della sua destinazione.

Ad ogni modo, Olimpiadi o no, i Cualbu ci credono. «Comunque noi ci stiamo accingendo a una progettazione definitiva per il recupero della Colonia. Il villaggio sta funzionando, c’è un cuore che pulsa, vogliamo che migliori ancora, ci stiamo lavorando».

Luigi Guglielmi

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