«Si scrive con le scarpe». Ha citato questa frase del giornalista Paolo Rumiz il vescovo di Belluno-Feltre, Renato Marangoni, all’inaugurazione della mostra «A piedi in prestito verso la notte santa», l’esposizione natalizia della Comunità Villa San Francesco che si è tenuta questo pomeriggio alla Cooperativa Arcobaleno di Feltre e che è dedicata proprie alle scarpe (cioè agli itinerari di vita, alle storie) di testimoni significativi dei secoli e dei decenni scorsi. Solo per citarne alcuni: il beato Giovanni Paolo I, la ministra Tina Anselmi, il vescovo Antonio Riboldi, il beato Carlo Acutis, don Antonio Mazzi, il vescovo Vincenzo Savio, il poeta Andrea Zanzotto, padre Ezechiele Ramin, san Francesco d’Assisi, l’ostetrica Maria Pollacci, padre Michele Piccirillo, don Andrea Gallo, don Luis Canal, l’abbé Pierre, suor Dionella Faoro, Papa Francesco, Andrea Cavalli, don Luigi Orione, don Lorenzo Milani.
Scrivere con le scarpe, «un concetto che mi ha molto colpito», ha confidato il Vescovo, «una scrittura, quella con le scarpe, che nessuno può cancellare, che parla di vicende vere che raccontano una storia enorme».
Storie – ha proseguito mons. Marangoni – che fanno riferimento spesso a Gerusalemme dove si racconta la storia vera del mondo, che è terra santa ma anche martoriata, terra di incrocio di culture che ha preceduto e generato tante altre vicende. «Con queste scarpe questa terra la dobbiamo percorrere perché noi siamo quella terra lì. Il presepe rappresenta quello che c’è nel dna di ciascuno. Lì c’è da attingere quello che siamo. I pastori del presepio con le loro scarpe hanno scritto la storia compiendo quei percorsi di cui siamo riconoscenti. E poi, in chiusura, l’augurio a tutti di poter scrivere con le proprie scarpe, nella fiducia che tutte queste scritture straordinarie il Padre le considererà sua scrittura.
Dopo l’intervento del Vescovo, che era stato preceduto dall’elencazione dei testimoni cui fanno riferimento le scarpe in mostra e da alcune suggestioni utili a comprendere lo spirito dell’iniziativa (proposte dal direttore Aldo Bertelle e da alcuni suoi collaboratori) ha preso la parola la presidente della Comunità Villa San Francesco, Maria Rosa Da Rold, che ha ricordato tutte le scarpe consumate in quasi 50 anni di cammino con la Comunità: realtà visibile di un percorso importante, unico, di cui non ci si rende conto.
«Villa San Francesco – ha detto – passo dopo passo l’abbiamo resa meravigliosa, con un interno ricco di comunità. La Cooperativa Arcobaleno era una colonia abbandonata, ma il genio di Aldo Bertelle vide cosa poteva diventare. Abbiamo realizzato tantissimo, camminando, consumando una montagna di scarpe». E poi, riferendosi alle calzature in esposizione: «Queste scarpe sono vere e permettono di immaginare i percorsi effettuati da chi le ha portate. Una mostra originale, unica. Scarpe rotte piene di poesia».
La conclusione dei saluti è stata affidata al sindaco di Pedavena, Nicola Castellaz che, dopo aver sottolineato che si tratta di un’esposizione molto originale e ricca, ha ricordato che il sottotitolo della mostra invita a scegliere quale scarpa indossare. «Come sindaco – ha detto – ho pensato di scegliere quella di Suleman, uno dei minori non accompagnati giunti lo scorso 22 febbraio che abbiamo accolto in piazza alle 5 di mattina. Aveva scarpe rotte, aperte dietro, consumate alla ricerca di qualcosa. Anch’io vorrei scarpe capaci di ricerca».
Nel corso della presentazione della mostra è stato ricordato che l’iniziativa è collegata anche al viaggio del Bambino di Nevé Shalom Wahat al-Salam dove, in Israele, vivono insieme famiglie di ebrei, mussulmani e cristiani. Partito da Venezia il 3 dicembre, nei prossimi giorni il Bambino arriverà in provincia di Belluno, il 21 ad Alano di Piave, il 22 a Quero e a Feltre, il 23 a Fonzaso, Pedavena, Sorriva e Aune, il 24 a Fortogna (al cimitero delle vittime del Vajont) e al carcere di Belluno, prima di essere portato nel Duomo di Feltre per la veglia di Natale e poi terminare il suo viaggio alla Cooperativa Arcobaleno.
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