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venerdì 22 Novembre 2024,

Pochi giovani sordi si iscrivono all’Ens, Cassol: «Siamo preoccupati»

Al centro il presidente dell’Ens di Belluno Diego Cassol, a sinistra il consigliere Giorgio Fant e a destra il vice-presidente Paolo Polentarutti

Diego Cassol presidente dell’Ens di Belluno, l’ente nazionale per la protezione e assistenza delle persone sorde, lancia l’allarme sulla crisi di ruolo e sulle difficoltà che investono in maniera sempre più evidente la realtà associativa del Bellunese. «La sezione di Belluno è composta da un presidente e due consiglieri, il cui numero è proporzionato a quello dei soci iscritti che attualmente sono 60» spiega Cassol «una cifra notevolmente inferiore rispetto a qualche decennio fa, quando i soci erano quasi duecento».

Il presidente, in carica al suo terzo mandato, individua le ragioni di questo calo di interesse «nella scarsa informazione circolante su questo ente e soprattutto in un mancato ricambio generazionale dovuto alla poca adesione da parte di giovani sordi». Con la chiusura di molti istituti specializzati per sordi, abrogati dal decreto legge 212 del 13 dicembre 2010, e il conseguente inserimento di bambini e ragazzi sordi nelle classi comuni delle scuole pubbliche «si è interrotta la funzione di intermediario che svolgeva l’Ens tra le famiglie, la Regione e gli Istituti, ad esempio per la predisposizione delle iscrizioni e le richieste di finanziamenti» fa presente Cassol «ed è risultato più difficoltoso entrare in contatto con chi frequenta la scuola pubblica ed è riconosciuto sordo dalla commissione medica Inps secondo la legge 381/70. Quando entrano a far parte di una comunità scolastica, gli studenti affetti da sordità vivono il primo vero impatto con il mondo degli udenti attraverso approcci, supporti e contesti differenti, così come è diversa la realtà di ognuno di loro, a seconda della gravità e del tipo di deficit. Certo è che nel momento della comunicazione questo handicap apparentemente invisibile si manifesta e cerca al contempo di abbattere gli ostacoli attraverso un linguaggio fatto di sguardi, lettura labiale e gesti, che sostituendosi alla parola, diventano una lingua, la Lis».

Proprio in queste settimane sono arrivati alle scuole avvisi riguardanti incontri formativi sul tema della sordità e apprendimento della Lis e Cassol sottolinea l’importanza che riveste la lingua dei segni ai fini di una più immediata comunicazione tra e con persone sorde e si auspica una maggior valorizzazione e integrazione della Lis nei contesti educativi e scolastici.

«Anche di questo tipo di formazione si occupa l’Ens, il cui compito è quello di promuovere e tutelare la vita delle persone sorde di ogni età, creando momenti di condivisione con chi soffre del medesimo disturbo, per rafforzarne l’autonomia e la consapevolezza» aggiunge Cassol, lanciando ancora un appello: «chiediamo che il nostro ruolo e le nostre difficoltà vengano prese in considerazione, per continuare a salvaguardare l’identità sorda e mantenere saldi i principi che ispirano l’Ens e che vanno oltre lo stato medico della disabilità sensoriale, poiché rimandano a una comunità con una propria cultura, lingua e specificità ben definite, tese a una costruzione positiva di sé e della realtà».

L’ente nazionale per la protezione e l’assistenza dei sordi (Ens), fondato a Padova nel 1932, opera su tutto il territorio italiano con una rete di consigli regionali, sezioni provinciali e intercomunali, che gli stessi sordi rappresentano. La sezione Ens di Belluno si trova in via Gabelli 11 ed è possibile contattare i suoi rappresentanti via mail (belluno@ens.it) o scrivendo via whatsapp al numero 340 0017909. Sono attivi il canale telegram (EnsBelluno) e la pagina Facebook (SP ENS Belluno) così come è visitabile il sito: http://belluno.ens.it

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