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sabato 23 Novembre 2024,

Da Calalzo alla Dakar, secondo posto per Umberto Fiori

Umberto Fiori (a destra nella foto), navigatore del pilota parmense Stefano Calzi, è stato impegnato nella gara Classic che prevede l'utilizzo solo di auto “storiche”.

Dalle nevi di Calalzo di Cadore alla sabbia della Dakar: secondo posto nella categoria H4 per Umberto Fiori, calaltino e consigliere comunale, reduce dalle tredici tappe della 46esima edizione del Rally Dakar. Fiori ha corso come navigatore insieme a Stefano Calzi, pilota e titolare di un’impresa a Parma, proprietario di una Mitsubishi protagonista della Parigi Dakar negli anni Novanta.

Fiori e Calzi sono stati impegnati nella gara Classic, che prevede l’utilizzo solo di auto “storiche”, ossia di modelli che abbiano partecipato alla Dakar fino al 1999; quella utilizzata dalla coppia calaltino-parmense godeva anche di un valore aggiunto: non si trattava di una semplice replica, ma proprio del modello che a metà anni Novanta aveva già percorso quelle stesse strade. La categoria che ha visto impegnati Fiori e Calzi è stata la H4, quella riservata ai mezzi più veloci.

«Sono un grande appassionato di queste gare e partecipare alla manifestazione più importante al mondo nella specialità off road e cross country è sempre un’emozione. Ho già preso parte a una decina di edizioni della Dakar, dall’Africa al Sudamerica, e il risultato ottenuto oggi è stato meraviglioso ed emozionante». Questo il commento di Fiori al termine delle premiazioni al traguardo finale di Shaybah, in Arabia Saudita.
La gara aveva preso il via due settimane fa, il 5 gennaio, da Yanbù, sempre in Arabia Saudita.

Immediate le congratulazioni a Fiori da parte del suo sindaco di Calalzo, Luca De Carlo: «Un risultato straordinario per una persona tanto appassionata dello sport quanto amante del suo paese. Complimenti a lui e a Stefano Calzi per il risultato ottenuto in una delle manifestazioni motoristiche più note a livello mondiale. Lo aspettiamo domani al suo rientro in Italia per poterlo festeggiare come si deve».

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