Per rafforzare la partecipazione attiva delle organizzazioni dei cittadini e dei pazienti nell’ambito sanitario e socio sanitario regionale, la Regione del Veneto sta procedendo per costituire la prima assemblea permanente delle associazioni. Venerdì 9 febbraio nel BUR Veneto n. 20 è stata pubblicata la manifestazione d’interesse, la scadenza per la presentazione della domanda è 29 febbraio.
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Possono presentare la candidatura a membri dell’assemblea permanente le organizzazioni dei cittadini e dei pazienti. L’organismo sarà costituito dalle organizzazioni iscritte al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (Runts), operative nel territorio della Regione con un minimo di dieci associati, impegnate in attività sanitarie e socio-sanitarie e che non abbiano tra i componenti degli organi direttivi, personale dipendente di aziende ed enti del Servizio sanitario regionale della Regione del Veneto.
Spetta al legale rappresentante delle organizzazioni dei cittadini e dei pazienti intenzionate a partecipare all’Assemblea rispondere all’avviso di manifestazione di interesse compilando il modello «Domanda di partecipazione e dichiarazione di sussistenza dei requisiti richiesti», indicando nella medesima domanda il nominativo dell’associato che entrerà a far parte della suddetta Assemblea, il quale non dovrà essere un dipendente di Aziende o Enti del S.S.R. della Regione del Veneto. La domanda dovrà essere inoltrata, unitamente agli allegati richiesti, tramite pec, all’indirizzo protocollo.azero@pecveneto.it
«Il percorso che la Regione Veneto ha intrapreso» dice l’assessora alla Sanità Manuela Lanzarin «è di dialogo tra associazioni di pazienti ed amministrazione regionale di area sanità e sociale, nella quotidiana programmazione dei servizi e della loro implementazione. Tavoli e gruppi di lavoro diventeranno momenti di condivisione e consultazione, uniti alla possibilità di affrontare assieme le questioni care ai cittadini e ai pazienti. Un percorso che dà concretezza alla co-progettazione, non realizzabile in modo efficace senza l’ascolto delle esigenze dei destinatari stessi. La possibilità di valorizzare le “patient evidence” deve concorrere alla valutazione di un percorso di cura o di una terapia per renderlo più aderente alle esperienze vissute dalle persone».
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