Guardano verso il futuro le lavoratrici e i lavoratori della Conoscenza bellunesi della Flc Cgil che venerdì 8 marzo, dalle 7.30 alle 12.30, accoglieranno il camper «Stesso Paese, stessi diritti» per fargli visitare «punti di forza e criticità di un territorio che da anni soffre non solo di spopolamento, ma di risorse che progressivamente gli vengono drenati sia da Venezia che da Roma, riuscendo non senza sforzi a tenere in
piedi un tessuto sociale che non vuole sfibrarsi alla luce delle nuove sfide del futuro: la questione salariale; la precarizzazione e la qualità del lavoro; la privatizzazione e il definanziamento di scuola, università, ricerca e Afam (Alta formazione artistica, musicale e coreutica); l’autonomia differenziata». Pertanto, nel suo viaggio da Santo Stefano di Cadore a Feltre, passando per Longarone, Alpago, Belluno, Sedico e Borgo Valbelluna, «il camper toccherà le opportunità e saggerà le difficoltà di un territorio fatto di crode e discese, vere e sociali, prefigurando le probabili conseguenze della futura “Autonomia differenziata” sia per quanto riguarda la vita dei docenti che degli studenti e delle studentesse in tema di trasporti, alloggi, ma anche di diritti civili».
Saranno proprio docenti, studenti, Ata e dirigenti a essere i protagonisti di questo viaggio “On the road”, dialogando durante il tragitto e lasciando le proprie testimonianze in un video reportage, al fine di mettere a sistema teoria, prassi e obiettivi di un agire per il bene comune, attraverso un percorso che leghi le diverse realtà dolomitiche, con lo sguardo rivolto al 2025 (elezioni rsu) e uno rivolto al futuro, per costruire una nuova piattaforma dei diritti sociali, mai così sotto attacco negli ultimi anni. «Un filo rosso, quello della difesa dei diritti costituzionali e dei diritti sociali, che va dipanato nei prossimi mesi per legare le diverse generazioni, dai boomers alla Z, passando per i Millenials», sottolinea la Flc Cgil, «narrando un presente fatto di studenti e studentesse che agiscono la parola come unica arma che non distrugge la speranza, ma la tiene viva».
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