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sabato 23 Novembre 2024,

Belluno, studenti e lavoratori uniti per il primo maggio con l’iniziativa «Pane e Rose»

Riproposta la consegna di rose ai lavoratori dipendenti in turno anche durante la festa dei lavoratori per denunciare una cultura del profitto che pare inarrestabile.

Durante la giornata di oggi, mercoledì 1 maggio, festa dei lavoratori, la Rete degli Studenti Medi di Feltre e Belluno, insieme alla Filcams Cgil Belluno, ha riproposto a Belluno un’iniziativa portata avanti anche negli scorsi anni, la pratica denominata “Pane e Rose”. Si tratta di un’azione volta alla consegna di rose ai lavoratori dipendenti in turno anche durante l’1 maggio per denunciare una cultura del profitto che non si arresta neppure durante una festività istituita proprio nel nome dei lavoratori.

«È una pratica che riproponiamo perché riteniamo sia incisiva e simbolicamente potente», spiega Serena De Marchi, della Rete degli Studenti Medi del Veneto. «Il nome e la scelta dell’elemento del fiore provengono da una protesta risalente al 1912, ricordata attraverso lo slogan “Pane e Rose” e messa in atto dai lavoratori di un’industria tessile a Lawrence, che protestarono contro il taglio dei salari, chiedendo la possibilità non soltanto di sopravvivere, ma di avere una retribuzione sufficiente anche a potersi godere le gioie della vita: le rose».

«Riproporre la storia di questo sciopero ci sembra emblematico – continua De Marchi – il mondo del lavoro ad oggi è ancora troppo spesso legato a dinamiche di tossica competitività e meramente volte al profitto ed è evidente soprattutto nel contesto delle nuove generazioni. Proprio noi giovani, infatti, siamo destinati a lavori precari, spesso sottopagati e sminuiti in maniera classista, per poi ricevere critiche ed essere additati come incapaci e scansafatiche. Ora basta, non lo possiamo più accettare! Vogliamo costruire e ripensare insieme una realtà lavorativa che permetta di sviluppare le passioni, le propensioni e le aspirazioni, con una società che offra a tutti basi di partenza solide, che lasci a ragazzi e ragazze la possibilità di sperimentare e avere, oltre che il pane, anche le rose. Per questo ci avete visto durante gli anni passati e ci vedrete negli anni futuri nelle città della nostra Regione, per supportare una festa dei lavoratori che valga per tutti e tutte e che assicuri tutele e sussidi reali, occasione di ragionamenti e ripensamenti collettivi».

«Insieme agli studenti della Rete siamo andati nelle principali attività commerciali di Belluno per consegnare una rosa a quanti sono costretti a lavorare in questa giornata simbolo», spiega Alberto Chiesura della Filcams Cgil Belluno. «Molti esercenti, compresi i grandi gruppi, continuano ad ignorare l’importanza dell’1 maggio, non ci arrendiamo alla logica del 7 su 7, 24 su 24! Il lavoro deve essere giusta retribuzione, dignità, salute, sicurezza e tutela dei diritti e soprattutto il lavoro non è sfruttamento! Se vogliamo attuare ancor più i principi della nostra carta costituzionale, la strada non può essere che questa».

«Sono ancora molti, troppi, i casi di sfruttamento, così come sono troppe le morti registrate sul lavoro, in aumento del 19% rispetto all’anno scorso. Non dovrebbe essere un privilegio conciliare con dignità vita e lavoro», afferma Giorgio Castellani, della Rete degli Studenti Medi di Belluno. «Nel 2023 sono state 1041 le persone morte di lavoro e 581.000 quelle che sono andate incontro ad infortuni. E la cosa preoccupante è che confrontando i dati del primo bimestre del 2024 con lo stesso periodo del 2023, le morti sul lavoro continuano ad essere in crescita. Anche le condizioni di lavoro non sono ottimali: ad esempio in Italia non è previsto un trattamento minimo salariale definito per legge e in media si passano al lavoro 1.558,7 ore l’anno ognuno, ossia 46 ore l’anno in più rispetto alla media Ue, ferma a 1.513 ore. Per questo è necessario continuare a lottare, chiedendo migliori condizioni di lavoro e pretendendo tutele e sicurezze per i lavoratori, di oggi e di domani».

2 commenti

  • Lodevole iniziativa, ma non bisogna prendersela solo con i datori di lavoro e con le grandi catene. Bisogna prima di tutto far capire alle persone, ai clienti, che non è strettamente necessario andare a fare la spesa la Domenica o il giorno festivo. Ci si può organizzare come si è sempre fatto in passato (gli alimentari erano chiusi anche il mercoledì pomeriggio!!). In fin dei conti i supermercati rimangono aperti perché la gente ci va. C’è più gente a far spesa il 25 Aprile e il 1 maggio rispetto ai giorni feriali…. Sembra lo facciano apposta… E cmq grazie a tutti quei lavoratori (personale sanitario, forze dell’ordine ecc.) che purtroppo non possono proprio godere delle feste come gli altri!

    • Grazie, Daniele, condivido in pieno le sue parole. Avevo pensato anch’io a qualcosa di simile, ma lei è stato molto puntuale e preciso. Ho una vicina di casa che è infermiera professionale, persona che stimo molto per la sua sensibilità, lei fa i turni per cui spesso non c’è né Natale né Pasqua né primo maggio da trascorrere appieno in famiglia. Onestamente, pensavo anch’io stamattina di fare un salto al supermercato per invitare figli e nipoti ad un pranzo sfizioso, poi ho lasciato perdere.

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